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Torino vola; Ventura, mercato e umiltà i segreti: “Non montiamoci la testa, ma ora sogniamo”

TORINO – Il sogno continua. Il Toro batte il Palermo con una partita d’altri tempi e si frega le mani. Contro i rosanero finisce 2-1 (autogol di Gonzalez, golaço di Benassi, gol della parziale rimonta ancora di Gonzalez) e i tre punti permettono ai granata di guardare la classifica dall’alto. Terzo posto, Juve lontana otto punti e Urbano Cairo che cerca di frenare i facili entusiasmi: “Non montiamoci la testa, in fondo siamo soltanto alla sesta giornata  –  dice il presidente che poi però svela – ieri sera mi son fatto una foto alla classifica”. Già, perché per ritrovare il Toro così in alto bisogna andare indietro di decenni, almeno alla stagione 1993/94 quando i granata conquistarono quattro vittorie nelle prime sei partite.

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A Cairo spetta poi il compito di fare un mini-bilancio di questo avvio folgorante: “La stagione è partita bene, benissimo e stiamo andando oltre le nostre aspettative. Però in estate abbiamo fatto investimenti notevoli e una campagna acquisti importante”. Un mercato che permette adesso di affrontare quasi a cuor leggero la grande quantità di assenze, fra infortuni seri, acciacchi e squalifiche. Sabato pomeriggio, a Modena contro il Carpi, mancheranno in sette: gli squalificati Molinaro e Obi, e poi Avelar, Farnerud, Maksimovic e Peres. Una lista cui si aggiunge anche Baselli  cui solo la risonanza magnetica svelerà, che dovrà stare lontano dal campo per 15/20 giorni (si temeva circa un mese e mezzo): “La risonanza magnetica ha evidenziato una piccola distrazione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro”.

Rimane la crescita che è frutto di una politica fatta di piccoli passi e che ha in Giampiero Ventura il guru: l’allenatore ligure non fa voli pindarici e predica umiltà, anche stavolta, soprattutto stavolta. Per spiegare il proprio punto di vista Ventura svela un retroscena: “Sabato un gruppetto di tifosi mi ha chiesto una reazione dopo la delusione di mercoledì contro il Chievo  –  racconta il tecnico -. Ma se uno pensa di non perdere mai vuol dire che è presuntuoso, noi come l’ambiente. Invece i giocatori devono pensare di essere protagonisti, ma il nostro obiettivo è mettere un mattone dopo l’altro: cresciamo insieme, diventiamo protagonisti insieme nel posto dove il Toro merita di essere”. Proprio dove si trova adesso, al terzo posto della classifica. Con un sogno ad occhi aperti che nessuno in casa granata vuol far terminare. serie A

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Fonte: Repubblica

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