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RASSEGNA STAMPA – Protesta Napoli: torti e punti persi, un anno da incubo

Ci può stare»: è l’inizio del 2015, è la frase cult che diviene il tormentone dei social network, è la spruzzata d’ironia con cui Rafa Benitez spegne Napoli-Juventus del San Paolo (11 gennaio), è la prima fitta di un anno nel quale capita altro, lasciando il segno. E’ tanto ma tanto tempo fa, un episodio; perché poi la «macchia» che resta è enorme, larga quanto quel mezzo metro d’erba oltre il quale il Dnipro ha spedito due uomini per l’1-1 che «condiziona» pure il ritorno, che costa l’eliminazione in Europa League ad un nulla dalla finale: arbitro Svein Oddvar Moen, federazione norvegese, guardalinee Kim Thomas Haglund, è quella la nottata che non passa (ancora), come un chiodo fissato nella memoria.

E ALLORA? Novantantaseiesimo (i novanta classici, più i due di recupero del primo tempo e i quattro della ripresa): quando Genoa-Napoli è appena finita, Maurizio Sarri già sa tutto del minuto ventinove, dell’errore di Doveri e del quarto uomo Candussio, del contatto tra Burdisso e Higuain e di un’azione che potrebbe capovolgere una domenica. Però pure questa va consegnata agli archivi, con tanto di documentazione statistica elaborata da Sarrirapidamente, alzando la bandierina o esibendo un cartellino (virtuale): «Mi chiedo, siamo tra le squadre che stazionano maggiormente nell’area di rigore avversaria; eppure siamo tra quelle che non hanno mai beneficiato d’un calcio di rigore».

CHE DOLOR! La casistica è varia, su qualsiasi fronte, ma il 2015 del Napoli ha nella semifinale con il Dnipro il caso più eclatante e nel post-partita di Torino l’evento mediaticamente più clamoroso, perché il volto di Benitez (dopo l’1-0 con i granata) è una maschera di cera ed il monologo («non mi è piaciuto niente») sembra quasi una lezione poi imparata da Mourinho sabato scorso con il suo «nothing to say». Il Napoli quello che aveva da dire l’ha sussurrato a microfoni aperti subito, senza aspettare le opinioni dei moviolisti, facendo suo ciò che ha visto in campo sul cross di Mertens, con Higuain che va giù mentre sta per avventarsi sul pallone.

corriere dello sport

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