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OBIETTIVO NAPOLI – Gli azzurri hanno la meglio anche contro il catenaccio del Verona

higuain-verona-napoliQuella di Verona è stata per il Napoli una di quelle partite molto ostiche, che fatichi a sbloccare e far propria. Quel classico tipo di match che negli ultimi anni ha portato agli azzurri più dolori che gioie, ma che in questa stagione la squadra sembra aver imparato ad affrontare. Per gran parte del tempo la partita si è giocata ad una porta, con l’attacco azzurro contro gli undici giocatori del Verona a difesa della propria area di rigore. L’anacronistico catenaccio degli scaligeri ha impedito al Napoli di trovare gli spazi in profondità e sugli esterni, ostruiti da continui raddoppi di marcatura. La squadra di Sarri ha così dovuto interpretare la gara con enorme pazienza e studiando per tutto il match il modo migliore per incunearsi nella difesa avversaria. Ma in partite come queste, quando si chiude costantemente l’altra squadra nella propria metà campo, occorre che la differenza la facciano i singoli. Per gran parte del match il Napoli ha faticato a trovare l’elemento trainante. I migliori nella prima parte di gara sono stati probabilmente Jorginho ed Hamsik, con Higuaìn costretto ad agire lontano dall’area di rigore per trovare spazi e palloni giocabili, ed Insigne nervoso e poco incisivo nelle sue giocate. Nel momento della ripresa in cui il Napoli sembrava accusare un lieve calo, e il Verona ha pensato di poter trarre qualcosa in più dallo 0-0 dalla sua gara, la squadra di Sarri ha trovato lo spunto adatto a trovare la rete dello 0-1, proprio con Insigne, fino a quel momento l’elemento più in difficoltà. Utile a dare una svolta alla partita è stata la scelta di Sarri di inserire El Kaddouri al posto di un Callejòn poco ispirato. Il marocchino ha donato maggior brio alle iniziative offensive dei suoi, in un momento in cui il Verona credeva di aver messo il bavaglio a tutte le possibili giocate partenopee. Una volta sbloccato il risultato, la gara per gli azzurri è stata tutta in discesa. L’enorme differenza di potenziale è emersa al cospetto degli inefficaci tentativi veronesi di agguantare il pareggio, mentre con maggiori spazi per il Napoli è stato agevole prima trovare la rete dello 0-2 con Higuaìn, poi portare al termine la partita con un infinito possesso palla, irridente per gli inermi avversari.
Questa di vittoria di Verona è esemplare per comprendere bene la nuova sostanza del Napoli di questa stagione. Ancora una volta la porta di Reina è rimasta inviolata (con questa siamo a soli 3 gol subiti in 14 partite!), a dimostrazione di una solidità difensiva che in Italia, ad oggi, nessuno può vantare. Questa affidabilità difensiva ti consente di poter aspettare con più fiducia la giocata offensiva che sblocchi la gara, senza dover pure rincorrere eventuali gol presi in contropiede, come spesso succedeva in passato. Insieme a questa solidità, poi, il Napoli gioca bene, almeno quando può, ovvero, quando anche gli avversari cercano di giocare al calcio e non, quindi come oggi, quando ci si trova difronte squadre mandorliniane che si arroccano in difesa, rimpiangendo di non poter schierare anche un altro portiere. La squadra di Sarri ha un’identità di gioco precisa, in entrambe le fasi, e solo su di essa, oltre che sul talento dei suoi giocatori offensivi, basa i suoi successi, mentre invece altri possono anche avvalersi del simpatico bonus degli aiuti arbitrali. Mentre al Napoli tale bonus non solo non è concesso, ma molto spesso la compagine azzurra si trova a dover giocare anche contro gli errori di una classe arbitrale che, sarà una casualità, non sembra proprio avere un buon rapporto con i colori azzurri.
Considerando questi aspetti, pur tenendo i piedi ben saldi per terra e ricordando che cali o scherzi della malasorte sono sempre dietro l’angolo, ci fa piacere far nostre le parole pronunciate da Daniele Adani, uno che di calcio ne capisce non poco: se non ci punta il Napoli allo scudetto, chi ci deve puntare?!

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