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Torino, Ventura: “Basta polemiche, con Milan coraggio di osare”

Torino, Ventura: "Basta polemiche, con Milan coraggio di osare"Giampiero Ventura (agf) TORINO – Dopo mesi di silenzio, Giampiero Ventura torna a dire la sua in conferenza stampa prima della partita. “Ho scelto di tornare a parlare per comunicare con i tifosi, l’obiettivo è quello di cercare di spiegare ciò che stiamo facendo qui al Toro – spiega l’allenatore granata che poi aggiunge -. Milan-Toro è una tappa di un discorso più ampio: molti dei giocatori sono gli stessi della scorsa stagione, quelli che un anno fa a Bilbao sono scesi in campo con la convinzione di vincere. Ecco, vorrei che domani sera, in una partita così stimolante, ci fosse la stessa mentalità”.

Ventura ripercorre quattro anni e mezzo di Toro, dallo scetticismo dei tempi della B fino ai successi europei. “Da quella vittoria storica al San Mamés di Bilbao il club è cresciuto molto, ma poteva crescere ancora di più. Negli ultimi mesi qualcosa non è andato come doveva ma fa parte del gioco; ecco perché predico pazienza e costanza”. E allora avanti con il Milan: “Andiamo a San Siro contro una squadra in salute che non avrà alcun alibi dalla sua. E’ una sfida estremamente stimolante. Dobbiamo ritrovare la spensieratezza del gioco, il coraggio di osare. Questo è un gruppo estremamente positivo. Vorrei che domani ci fosse convinzione e serenità, perché nulla ci è precluso. Il risultato di San Siro deve essere la conseguenza di quello che facciamo, non l’obiettivo”. Anche se mancherà quel Benassi che oggi è forse il pezzo più pregiato del centrocampo: “Oggi Benassi è un giocatore molto cresciuto che in futuro penso possa anche andare in Nazionale” dice Ventura chiacchierato egli stesso per ricevere il testimone da Conte come ct azzurro dopo gli Europei: “Ho un contratto con il Torino sino al 2018, ma chi non sarebbe orgoglioso della Nazionale? La panchina azzurra è un punto di arrivo per tutti: quale allenatore italiano rifiuterebbe la Nazionale? Nessuno…”.

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Protagonisti:
giampiero ventura

Fonte: Repubblica

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