Inter, Eder vuole sbloccarsi: ”Il gol mi manca”

Eder (agf) MILANO – Roberto Mancini lavora per ritrovare l’Inter perduta, l’obiettivo è tornare a vincere in trasferta. L’ultima vittoria fuori casa, infatti, risale al 6 gennaio contro l’Empoli per 1-0. Da allora i nerazzurri non sono più stati in grado di conquistare i tre punti lontano da casa, per vero a San Siro non è che la squadra sia andata meglio: in tre mesi 2 sconfitte, un pareggio e quattro vittorie. Ma tant’è. Il tecnico per la sfida di sabato contro il Frosinone ha intenzione di schierare un 4-2-3-1. In difesa in ballottaggio per una maglia ci sono Telles e D’Ambrosio, al centro, invece, squalificato Miranda dovrebbe giocare Juan Jesus con Murillo. A centrocampo possibile il rientro di Kondogbia dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo nell’ultima gara di campionato contro il Torino. Piccolo stop, invece, per Medel a causa di un attacco febbrile, ma domani il colombiano dovrebbe tornare a disposizione del tecnico.

In attacco, contro i ciociari, il Mancio dovrebbe far giocare Eder ancora alla ricerca del gol con la maglia nerazzurra. “Mi spiace (non aver ancora segnato), è normale che quando arrivi cerchi di fare il tuo meglio. Ho fatto buone prestazioni, ma il gol mi manca. Lavorerò per arrivare il più presto possibile a farlo”, dice alla tv nerazzurra l’ex Samp, che torna sull’amara sconfitta contro il Torino: “Il ko di domenica spiace, perché dopo un periodo nero abbiamo ripreso la fiducia in quella partita di coppa contro la Juve, ottenendo due vittorie e il pareggio di Roma. E’ stata una partita strana, abbiamo fatto molto bene nel primo tempo, poi dopo l’1-1 tanti episodi contro hanno cambiato la partita. Il calcio è questo, dovevamo chiuderla prima. Ora guardiamo avanti, indietro non si torna, pensiamo a Frosinone e a riscattarci subito”.
“E’ stata una delusione, ma abbiamo altre partite da fare per finire bene il campionato”, commenta Juan Jesus a Premium. “Non possiamo più perdere partite. Sicuramente dobbiamo essere più concentrati e cattivi”.

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Fonte: Repubblica