L’AVVERSARIO – Il Frosinone di Stellone, già retrocesso ma fiero e battagliero
I 32 punti conquistati in 37 partite, relegano il Frosinone alla penultima posizione nella classifica di Serie A, ormai già matematicamente retrocesso. Sono 35 i gol realizzati e 72 quelli subiti, che ne fanno rispettivamente il quint’ultimo attacco e la peggior difesa del campionato italiano. La media di poco inferiore al gol effettuato a partita, 0.94, e invece 1,91 reti incassate a giornata; ovvero un goal di differenza tra quelli presi e quelli fatti, ne descrive perfettamente la stagione.
Il Frosinone guidato, guarda caso, dall’ex Napoli, Stellone conquistò la tanto agognata e sognata Serie A. Quest’ultimo è stato l’artefice di una doppia promozione con i Ciociari, in due anni dalla Lega Pro alla Serie A. Ieri come oggi le fortune della squadra laziale sono state costruite tra le mura amiche, ovvero allo Stadio Matusa di Frosinone. Basti pensare che nella stagione 2014/2015, gli uomini allenati dall’ex attaccante azzurro hanno perso solo una volta in casa; colpaccio riuscito alla Ternana tra le nebbia.
Il passaggio dalla B alla A ha reso le cose più difficili, ma alcune di queste non sono cambiate. Infatti sui 32 punti ottenuti, ben 22 in casa e solo 10 in trasferta. Uno di questi due però non verrà mai dimenticato, perché fu il primo punto che il Frosinone conquistò nella sua storia in Serie A, il 23 settembre 2015, in trasferta e contro i campioni d’Italia e vice campioni d’Europa, ovvero la Juventus.
Dopo quattro sconfitte consecutive giunse la prima gioia, a cui fece subito seguito anche la seconda. Infatti neanche cinque giorni dopo la squadra del Presidente Stirpe batté l’Empoli di Giampaolo per 2-0 con la doppietta di Federico Dionisi.
Purtroppo il momento di estasi durò poco, perché ci pensò la Lazio di Lotito a riportare una città intera con i piedi per terra. La Serie A era dura da affrontare e le quattro precedenti sconfitte, anche se non tutte meritate, come quella con la Roma, erano lì a dimostrarlo.
Nonostante un gioco ed una tattica collaudata da anni, la salvezza appariva come un miraggio già prima di cominciare. Gli uomini a disposizione erano pressoché quelli dello scorso anno, con qualche piccola miglioria. Il 4-4-2 tanto caro a Stellone permetteva di avere un certo equilibrio, anche se pesava troppo sulla fase offensiva. La scarsa vena realizzativa infatti, era ed è uno dei problemi maggiori, la limitata tecnica di base forse, quello principale. I 18 minuti di possesso palla di media a partita non hanno bisogno di esser commentati, anche se in fase di costruzione alcune volte è una scelta, data la predilezione per il contropiede rapido e con la palla a terra e sfogo sugli esterni. Ma troppo pochi per gestire il risultato se in vantaggio, figuriamoci quando si vuol tentare di recuperare. I troppi palloni persi hanno fatto subire troppi gol.
A dicembre però arrivano le prime difficoltà, dovute ad una classifica non esaltante, e anche ai punti che si perdono per strada nonostante delle discrete prestazioni. Con 10 gol subiti in 3 partite si conclude il 2015, iniziato alla grande e finito un po’ peggio. Così Stellone cambia modulo e passa ad un più offensivo 4-3-3, per sfruttare il reparto con maggiori doti, visto che tanto i gol li subiscono comunque. Modifica che qualche effetto lo ha sortito, infatti nell’anno nuovo sono arrivati due pareggi e due sconfitte; con cinque gol all’attivo e 9, quasi il doppio al passivo.
Ripartire dal gruppo storico ad agosto presupponeva che al fianco di baldi giovani cresciuti tra Serie B e Lega Pro, ci fosse anche gente esperta, come Sammarco, che molto bene sta facendo. Invece troppo poco è stato fatto.
Giuseppe Di Marzo