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OBIETTIVO NAPOLI – Sarri alla ricerca di nuove idee offensive e del vero Gabbiadini

Chiusi, finalmente, gli estenuanti teatrini del calciomercato, la palla passa al campo. Con grande sollievo è giunto il tempo di esaminare fatti concreti, lasciando da parte invenzioni, indiscrezioni e strani avvistamenti nelle calde notti d’estate.
L’attesa per vedere all’opera il nuovo Napoli era tanta ed ancora di più lo è ora, visto che, dopo la sosta per le Nazionali, Sarri potrà lavorare su un organico definitivo e su giocatori il cui futuro (almeno per qualche mese) non sarà in discussione.
Nel frattempo, però, già due giornate di campionato sono state messe in archivio. E’ stato un inizio non proprio agevole, con il deludente pareggio di Pescara e la vittoria con brivido contro il Milan, ma migliore rispetto a quello dello scorso torneo, e che ha fornito qualche nuova indicazione rispetto al passato.
Il modulo è invariato ma, come inevitabile dopo la partenza dell’ex capocannoniere della Serie A, qualche piccola novità tattica ha iniziato a farsi largo, necessaria per sopperire al potenziale minor apporto realizzativo da parte della prima punta. Nello specifico, si sono viste delle modifiche nella posizione dei due esterni d’attacco, ai quali Sarri ha accentrato leggermente il raggio d’azione, avvicinandoli maggiormente all’attaccante di riferimento. Questa modifica è stata evidente soprattutto nei minuti disputati da Mertens, protagonista indiscusso di questo avvio di stagione, che, anche in virtù delle sue caratteristiche tecniche, ha giocato molto vicino a Milik, dialogando bene con lui e rendendosi spesso pericoloso in zona gol.
Questa è solo una prima, leggera, modifica adottata da Sarri per cercare di fornire nuove variabili offensive alla squadra, ma speriamo che ne possano arrivare delle altre. Anche perché, mai come quest’anno, le opzioni per variare il gioco d’attacco non mancano e la manovra della squadra trarrebbe indiscusso benefico da una iniezione di rinnovata imprevedibilità. In particolare Sarri dovrà lavorare su due aspetti: 1) cercare di sfruttare al meglio le potenzialità dei centrocampisti offensivi in rosa; 2) riuscire a far emergere le qualità di Gabbiadini, trovando nuove soluzioni tattiche più adatte alle sue caratteristiche.
Per quanto riguarda il primo punto, la via da percorrere è semplice. Sarà sufficiente non aver paura di lanciare dal primo minuto, e con costanza, giovani dal sicuro talento come Rog e Zielinski (ma si potrebbe citare anche El Kaddouri, a cui la qualità non manca), ipotizzando in qualche circostanza un cambio di modulo che possa prevedere la presenza di un trequartista dietro una o due punte, a seconda delle caratteristiche difensive dell’avversario.
Chi, potenzialmente, potrebbe essere utilizzato anche da trequartista è, ad esempio, Gabbiadini. E qui veniamo al secondo punto su cui Sarri dovrà lavorare per rinnovare le caratteristiche offensive dei suoi. In merito a ciò, dispiace rilevare come l’impressione sia che l’allenatore azzurro sul buon Manolo pare non averci lavorato più di tanto. O meglio, finora Sarri non ha mai cercato di adattare il gioco offensivo della squadra alle sue caratteristiche. Senza dubbio, finché lì davanti c’è stato un cannibale da 30 gol a stagione, questa scelta del mister era comprensibile, ma questa stagione non si potrà prescindere dall’apporto di Gabbiadini, quindi sarà necessario tentare di recuperarlo mentalmente e tatticamente. Per farlo, prima di tutto, il giocatore dovrà essere chiamato in causa con maggior frequenza, a prescindere da quello che sarà il contributo di Milik nel corso della stagione. Bisognerà poi affidargli collocazioni e movimenti personalizzati e non piazzarlo lì in avanti sperando che faccia l’Higuaìn della situazione. Dicevamo poco fa della sua possibile collocazione da trequartista, ma anche (e soprattutto) un ruolo da vice-Callejòn potrebbe calzargli a pennello, e questo fornirebbe anche una preziosa variante tattica alla squadra, che non ha in rosa un esterno d’attacco mancino, capace di convergere al centro per la conclusione partendo da destra. Ovviamente, queste ipotesi di posizioni alternative non devono far dimenticare che Gabbiadini quest’anno sarà chiamato a fare prevalentemente la punta centrale. Non è il suo ruolo principale, è vero, ma può farlo ed ha senza dubbio anche i quindici gol (almeno) nei piedi. Deve farlo però con movimenti a lui congeniali, partendo magari da una posizione più arretrata (in stile falso nueve?), venendo maggiormente chiamato in causa nella costruzione della manovra d’attacco. Insomma, le strade da percorrere per rivalutare l’ex Samp ci sono. Sta a Sarri trovare quelle più adatte al suo gioco e, soprattutto, starà allo stesso Gabbiadini dimostrare maggior voglia e personalità, per rivelarsi all’altezza delle ambizioni della squadra.
Ci siamo dilungati (forse anche troppo) sugli aspetti offensivi, tralasciando il fatto che le gare contro Pescara e Milan ci hanno fornito dati (6 gol fatti e 4 subiti) che suggerirebbero di prestare maggiore attenzione alle dinamiche difensive della squadra. E in effetti è chiaro che qualcosa su cui lavorare Sarri ce l’abbia. Tuttavia, a differenza dell’attacco, la difesa non ha perso alcun elemento di valore. E’ stata anzi rinforzata dall’arrivo di Maksimovic e (quando tornerà a disposizione) Tonelli, ma sopratutto potrà avvalersi dei validi automatismi della scorsa stagione. Le cause dei gol subiti vanno quindi ascritti, probabilmente, ad una condizione fisica non ancora ottimale della squadra. D’altra parte, gli avvii di stagione delle formazioni di Sarri sono sempre alquanto difficili, quindi si può ottimisticamente pensare che per rivedere una difesa al top occorra solo un po’ di tempo. Se proprio si vuole parlare di un problema della retroguardia, allora dobbiamo fare riferimento all’affidabilità di Reina. Duole dirlo, perché stiamo parlando di un leader e di un personaggio eccezionale, ma non si può ignorare il fatto che, già dal girone di ritorno della stagione scorsa, la maggior parte dei tiri in porta subiti dal Napoli finisce in fondo alla rete. Anche questa è una questione su cui Sarri dovrà riflettere nelle prossime settimane.

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