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A.A.A. Cercasi “scugnizzeria” disperatamente

8 settembre 1993, terza giornata del campionato di serie A. Il Napoli, dell’allora emergente Marcello Lippi, nelle prime due giornate di campionato aveva raccolto zero punti, frutto di due sconfitte contro Samp in casa e Cremonese in trasferta. Serpeggiava malcontento tra i tifosi, e allora il tecnico di Viareggio decise di fare una piccola rivoluzione nella formazione che sarebbe scesa in campo contro il Torino, e inserì dal primo minuto il ventenne Fabio Pecchia ma soprattutto l’ancora diciannovenne Fabio Cannavaro ( futuro campione del mondo e  pallone d’oro)  prodotto del vivaio partenopeo,  la scugnizzeria dell’epoca. Già, la scugnizzeria, bisognerebbe scrivere a “Chi l’ha visto” per averne traccia e la cosa lascia veramente l’amaro in bocca, soprattutto dopo che nella mente riaffiorano i frutti che il settore giovanile azzurro ha saputo partorire in passato, e ci riferiamo, oltre al succitato Fabio Cannavaro, ai vari Baiano, De Vitis, Musella, Ciro Muro, Favo, Fabio Cannavaro, Ciro Ferrara, Taglialatela, Caffarelli, Giacchetta, Amodio, Paolo Cannavaro, etc. . Probabilmente il presidente del Napoli, memore di ciò che il vivaio azzurro ha saputo dare al calcio mondiale, e forse anche abbagliato dal sistema Barcellona, la famosa “ Cantera” per intenderci, qualche annetto fa fece queste dichiarazioni: “Studio la Cantera del Barcellona, la nostra si chiamerà scugnizzeria. Visiterò e studierò le strutture organizzative del Barcellona. Voglio capire, con grande umiltà, come lavorano e come gestiscono la loro Cantera. Dobbiamo imparare ad imitare i modelli che adatteremo alla nostra scugnizzeria. Il Barcellona e l’Ajax sono all’avanguardia”. Non c’è che dire, un grande proposito progettuale, che purtroppo è rimasto tale, e francamente non se ne comprendono i motivi, ma la delusione mista a rabbia aumenta quando si vede calcare i campi di serie a ( con altre casacche) gente come Donnarumma, Izzo, Simone Verde, Lodi, Abate, solo per citarne alcuni, quando un settore giovanile forte e ben organizzato avrebbe potuto attrarre tutti questi bravi giocatori campani come una calamita, invece di trovarseli contro la Domenica pomeriggio.  C’è poco da aggiungere, una società importante come quella partenopea, sulla scorta di ciò che questa terra ha saputo offrire al mondo del calcio nel corso degli anni, non può assolutamente prescindere da un settore giovanile organizzato sullo stile “Cantera”, come giustamente aveva annunciato il Presidente azzurro, e pur essendo convinti che le motivazioni che abbiano spinto la dirigenza azzurra a “ritardare” tale progetto è doveroso da parte nostra, per il bene del Napoli, invocarne la messa in opera a stretto giro, e il primo passo per ridare vigore e appeal al settore giovanile azzurro è l’iscrizione al prossimo torneo di Viareggio, dopo la mancata iscrizione nell’edizione 2016.

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