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Lazio, Milinkovic parla chiaro: “Candreva non ci manca”

ROMA – “La meglio gioventù” della Lazio ha varie facce. Tra i tanti under 23 in organico, ad esempio si può trovare quella scanzonata e irriverente di Sergej Milinkovic-Savic, classe 1995 con la sfrontatezza del veterano, oppure quella riflessiva e pacata di Wesley Hoedt, un anno più grande e maniacalmente metodico nel seguire le sue tappe di crescita. Entrambi sono arrivati in biancoceleste nella sessione di mercato estiva del 2015, anche se in modi completamente diversi: il serbo in modo burrascoso, al termine di una lunga telenovela in cui aveva illuso la Fiorentina (entrando addirittura in sede per firmare il contratto) salvo poi cambiare completamente idea e legarsi alla Lazio; l’olandese invece è stato acquistato già mesi prima, così ha avuto il tempo di concludere la stagione con l’Az e trasferirsi poi a Roma in anticipo per studiare la nuova lingua ancor prima dell’inizio dello scorso campionato.

MILINKOVIC: “È STATO FACILE SOSTITUIRE CANDREVA” – Così come Sergej Milinkovic può diventare un centrocampista di altissimo livello. Il serbo dopo qualche tentennamento iniziale è riuscito a conquistare anche Simone Inzaghi, che lo ha piazzato al centro del suo progetto. E l’ex Genk lo ha ripagato con ottime prestazioni, contribuendo all’entusiasmante avvio di stagione: “Il campionato è appena iniziato, ci sono molte partite e ancora un sacco di punti a disposizione: non c’è modo di fare calcoli ora. Per adesso siamo quinti, conta solo questo. Bisogna essere preparati ad ogni partita e cercare di vincere sempre. Abbiamo avuto un buon rendimento nelle ultime cinque partite, ne abbiamo vinte tre e pareggiate due. La squadra è sulla strada giusta e speriamo di ottenere un’altra vittoria questo fine settimana”. Anche dal punto di vista personale le cose vanno bene: “Sono soddisfatto. Sono qui già da un anno o giù di lì: all’inizio mi ci è voluto un po’ di tempo, ma mi sono ambientato velocemente. Posso dire che sono soddisfatto di quello che ho realizzato finora”. Ha un bel caratterino Sergej. E non lo nasconde nemmeno quando gli chiedono quanto sia stato difficile sostituire Candreva: “Beh, non è stato così difficile, perché in quella posizione abbiamo un sacco di buoni giocatori che lo possono sostituire e in grado di offrire le sue stesse prestazioni, o forse anche di più. Riguardo alla sua partenza non ci abbiamo pensato molto, abbiamo guardato avanti e capito chi poteva prendere il suo posto”.

HOEDT: “HO SFRUTTATO LA MIA OCCASIONE” – Non sorprende dunque che nell’intervista realizzata a LazioStyle Channel, Hoedt parli in un italiano praticamente perfetto e sia in grado di andare oltre le classiche risposte banali. Incuriosisce molto la sua volontà di rimarcare continuamente le partite giocate con la maglia della Lazio “40 in totale, 35 nella passata stagione”: lo fa per ben 4 volte, come a rivendicare l’esperienza già acquisita nel corso di questa sua avventura in biancoceleste e l’attenzione alle tappe del cammino da professionista. Delle 5 presenze nel campionato corso, 4 sono arrivate consecutivamente nelle ultime partite, dopo 5 panchine di fila che avevano seguito il suo esordio stagionale nella prima giornata di campionato contro l’Atalanta, match in cui il giovane olandese è andato anche a segno: “L’anno scorso ho giocato 35 partite, in questo voglio migliorarmi. Sono sceso in campo a Bergamo e credo di aver fatto anche un ottimo ritiro. Poi sono stato messo in panchina. Inzaghi ha parlato con me, spiegandomi che in quel momento aveva optato per altre soluzioni. Non è bello restare fuori, soprattutto dopo aver giocato così tanto solo l’anno prima. Ma non avrebbe avuto senso mettermi a fare ‘casino’, non sarebbe stata la soluzione giusta né per me, né per la squadra. Mi sono allenato come voglio e devo fare, guardando avanti e senza mollare mai. E quando ho avuto una nuova occasione l’ho sfruttata”.

“SONO UN ALTRO RISPETTO A UN ANNO FA” – Ha acquisito sicurezza e consapevolezza nei suoi mezzi, Wesley Hoedt. E lo sta dimostrando con le ottime prestazioni che ha fornito ogni volta che è stato chiamato in causa. Tutta un’altra storia rispetto a quello che un anno fa, alla sua seconda presenza in Serie A, andò in confusione di fronte a un certo Gonzalo Higuain: “Dal mio punto di vista sono un giocatore completamente diverso. Ho molta più esperienza e credo di averlo fatto vedere”. Nella coppia con Wallace (altro classe 1994) è proprio Hoedt a diventare il “centrale dominante”: “Abbiamo la stessa età, ma in lui rivedo molto di me dell’anno scorso. Sta imparando la lingua, ora capisce quasi tutto in italiano e questo è un bene perché così possiamo parlare tra di noi durante le partite. Certo che de Vrij ci manca, ha tanta esperienza, avrà giocato già 250 partite da professionista (in questo caso è molto meno preciso e scrupoloso visto che sono 202, di cui 48 con la maglia della Lazio, appena 8 in più di lui, ndr). Ma in rosa abbiamo tanti difensori forti e dobbiamo dimostrarlo sul campo”. Finora ci stanno riuscendo, perché la Lazio di Simone Inzaghi sta ottenendo risultati importanti: “Abbiamo iniziato bene, ci sono state partite in cui avremmo potuto prendere qualcosa in più, ma anche altre in cui avremmo potuto perdere. Ci prendiamo i 18 punti e pensiamo a guardare avanti. Dobbiamo arrivare almeno nelle prime 5 posizioni. Secondo me siamo forti e possiamo giocarcela con tutti: ora è difficile dire dove arriveremo, ma io penso molto in alto”.

“HO ANCORA MARGINI DI MIGLIORAMENTO” – L’ambizione fa parte della sua filosofia di vita, è sempre stato così. E quando c’è da esporsi dal punto di vista personale, l’olandese non si tira certo indietro: “Il mio primo obiettivo non è certo fare gol, ma ho l’altezza da sfruttare sui calci piazzati. Per me la normalità è fare tra i 3 e i 5 gol all’anno, anche se devo ancora migliorare sui movimenti. Finora comunque ne ho già fatto uno in 5 partite, ci sono ancora tante altre in cui posso aumentare le marcature”. D’altronde fino a poco tempo lui era un centrocampista dai piedi buoni: “Quando giocavo nell’Under 17 dell’Az Alkmaar la mia posizione era a centrocampo. Poi sono cresciuto tanto in altezza, mi facevano male le ginocchia e i miei movimenti non erano più così eleganti, così il mister mi ha spostato in difesa e dopo due anni stavo in prima squadra. Il ruolo mi piace e lo faccio ancora adesso. Ciò non toglie che io abbia la tecnica per essere un centrocampista, oltre al fisico per fare il difensore. E in questo ruolo voglio diventare più forte possibile”. Per conquistare finalmente una convocazione in nazionale: “Devo ancora migliorare, altrimenti sarebbe già arrivata. Quest’anno credo di essere sulla strada giusta, vado avanti così e dopo vedremo dove arriverò. Ho tanti margini di miglioramento e posso diventare un difensore molto forte”.

Fonte: Repubblica

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