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Avellino, il capitano D’Angelo ancora decisivo

Angelo D’Angelo, capitano dell’Avellino (La Presse)

Un gol decisivo, una dedica speciale in una settimana davvero difficile a livello persona e di squadra. Angelo D’Angelo, capitano dell’Avellino, contro il Pisa a trovato un altro gol decisivo. Così come contro lo Spezia, è stato lui a decidere la gara in favore dei biancoverdi e permettere così a compagni e allenatore di tornare a respirare. “Contava solo la vittoria”, ha dichiarato l’attaccante Idrissa Camarà in sala stampa dopo la gara al Partenio-Lombardi. E la vittoria è arrivata, i tre punti hanno portato la squadra al sedicesimo posto in classifica con 16 punti. Festeggia anche Domenico Toscano, che dopo i problemi fisici dei giorni scorsi ha seguito la gara dalla clinica Santa Rita ed ha poi ricevuto la dedica dei suoi ragazzi: “Lui per noi è come un padre”.

Il primo pensiero del gruppo è andato a lui, quello di D’Angelo è andato a suo padre. Nei giorni scorsi l’uomo era stato aggredito in strada da due persone insieme alla moglie, di fronte al negozio di fiori in cui lavora. “Sono cose dell’altro mondo – ha detto ieri il calciatore – dedico a lui la mia rete di oggi”. Fondamentale nei momenti che contano, D’Angelo ha risolto una gara difficile contro un diretta concorrente con una prestazione da capitano. Anche quando Ardemagni e Mokulu non incidono, sul fronte societario continuano i problemi e i tifosi manifestano il loro malcontento, il centrocampista numero otto risponde presente: con grinta e carattere, con quantità e gol importanti. Idolo ed esempio per i tifosi, il giocatore è legato a doppio filo ai colori della sua squadra: basti pensare che come argomento della sua tesi di laurea in Scienze e Management dello Sport e delle Attività Motorie, D’Angelo aveva scelto “Marketing e Comunicazione dell’Us Avellino 1912”.

La maglia biancoverde come seconda pelle, all’Avellino dal 2009 è lui l’unico calciatore “superstite” della squadra che ripartì dalla quarta serie dopo il fallimento. Dalla D alla B, da quattro anni decisivo anche grazie ai preziosi insegnamenti dei suoi maestri Urban e Marulla. E quell’incontro con Massimiliano Allegri: “Alla Spal, con cui esordii in C1, ero allenato da lui – aveva raccontato tempo fa in un’intervista – uno che soprattutto con i centrocampisti lavorava moltissimo. I suoi consigli tecnici e tattici sono stati fondamentali per la mia carriera. Credeva in me e mi regalò anche l’esordio al San Paolo contro il Napoli di De Laurentiis”. Un’emozione indimenticabile per lui, campano di Salerno ma a tutti gli effetti simbolo ormai della città di Avellino. E sempre più decisivo per la formazione di Toscano.

Fonte: SkySport

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