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Chievo, Pellissier: “Se ho fatto 100 è perchè amo questa maglia”

Chievo, Pellissier: "Se ho fatto 100 è perchè amo questa maglia"Sergio Pellissier esulta dopo il gol n. 100 (lapresse) PALERMO – “Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita”. Sergio Pellissier è il ritratto della felicità. Con la rete realizzata al Palermo è entrato nel ristretto club dei giocatori che hanno realizzato 100 gol in Serie A (con lui sono diventati 80, ndr). E, meritatamente, si gode il traguardo: “E’ una sensazione splendida. E’ bello festeggiare insieme alle persone che mi hanno sempre voluto bene e che nei momenti di difficoltà mi sono state vicine. La mia famiglia è straordinaria e senza di loro non sarei sicuramente qua adesso”.

DEVO TUTTO AL CHIEVO, AMO QUESTA MAGLIA – Un record importante, soprattutto perché realizzato con una sola maglia, per di più di un piccolo club, il Chievo. “Infatti ha tanto valore. Io amo questa squadra e tengo a questa maglia. Ho tanto rispetto per Campedelli e per tutti quelli che lavorano in questa società perché mi hanno sempre voluto bene e hanno sempre avuto fiducia in me, anche magari nei momenti un po’ più difficili. E quindi credo che io debba tanto al Chievo. Finché avrò la forza cercherò di fare più gol possibili”.

IL GOL PIU’ BELLO? LA TRIPLETTA ALLA JUVE – Tra i tanti, Pelissier ricorda il gol più bello: “Non ne ricordo uno ma i tre realizzati alla Juve. Segnare ai bianconeri è sempre speciale, aver realizzato contro di loro la mia prima tripletta è un ricordo indelebile. Ma poi ricordo anche il gol al Torino all’inizio, il gol a Parma, insomma ce ne sono tanti. Credo che il gol sia sempre la ciliegina sulla torta di tanti sacrifici che fai durante la settimana e durante gli anni di carriera, quindi sono tutti belli, l’importante è buttarla dentro”. Il prossimo obiettivo?: “Spero di poter continuare ancora tanti anni perché la voglia c’è, così come la volontà di raggiungere qualche bel obiettivo di squadra. Mi auguro di potercela fare”. chievo

serie A
Protagonisti:
sergio pellissier

Fonte: Repubblica

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