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Disastro Chape, la verità: era finita la benzina

Precipitato per un “fattore umano”. Questa è la conclusione dell’informativa preliminare resa nota dall’Aeronautica civile della Colombia. L’aereo della compagnia LaMia decollò dall’aeroporto di Santa Cruz in Bolivia con il combustibile al limite. E’ vero, come sostengono i vertici della compagnia, che il serbatoio principale era pieno; è stato anche appurato, purtroppo, che quello di riserva era completamente vuoto. Una violazione della normativa internazionale, che impone agli aeromobili di imbarcare carburante tale da consentire di poter volare fino a un ora e mezza in più del previsto.

In realtà questa è solo una delle tante irregolarità riscontrate. Il piano di volo de LaMia (compagnia non di linea, che svolge solo servizi di charter) certificava che l’aereo non poteva volare a una quota superiore a 29 mila piedi e, invece, più volte ha superato i 30 mila. La rotta che appare nell’informativa (da Santa Cruz a Medellín) è di 1.610 miglia con un tempo di volo di 4 ore e 22 minuti. “Altro errore di valutazione – dichiara Freddy Bonilla, segretario della Sicurezza Aerea colombiana -. Si doveva specificare un ora e mezza in più, che corrisponde al combustibile contenuto nel serbatoio di riserva”.

In più l’aereo volava con un sovrappeso di 50 kg: il carico massimo stimato sarebbe stato di 41.800 chili e l’aereo che decollò pesava 42.148. Anche se questo, specificano gli inquirenti, non è stato prioritario nell’incidente.

Dalle informazioni ottenute dalle scatole nere si è chiarito che pilota e copilota erano al corrente di volare senza carburante di riserva. In più, dall’analisi della tratta percorsa, è emerso che nello spazio aereo colombiano hanno incontrato un forte vento contrario che li ha costretti ad aumentare la potenza dei motori e, di conseguenza, consumare più carburante del previsto.

“Su questi tipi di aerei – prosegue Bonilla – esiste un sistema di allarme sia sonoro che visivo. Si attiva 20 minuti prima che finisca il carburante. Ma il pilota non ha mai comunicato al controllo aereo di Medellin che l’allarme era scattato”.

Solo 6 minuti prima dello schianto, il pilota comunica la prima “emergenza combustibile” alla torre di controllo. Poi via via si spengono uno dopo l’altro tutti i motori. A tre minuti dall’impatto fatale l’allarme dalla cabina: “Guasto elettrico totale, siamo senza carburante!”, si ascolta nelle comunicazioni. Senza motori non si ha elettricità nell’aereo e senza carburante non possono funzionare le batterie di emergenza, quelle che permettono ai 2/3 strumenti base di funzionare.

Essendo avvenuto l’incidente nel proprio territorio, la Colombia per legge è responsabile dell’investigazione. Per ora si è avvalsa della collaborazione di esperti boliviani, brasiliani e britannici. A Londra sono state trascritte le scatole nere che sono servite come base per le prime conclusioni. 

Fonte: Sky

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