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L’Antimafia: “Una zona grigia in casa bianconera”

“Zona grigia” in casa bianconera. Proprio alla vigilia della trasferta in Calabria per il match contro il Crotone, recupero della 18ma giornata. Un’inchiesta della magistratura di Torino e una del capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Pecoraro, stanno infatti scavando intorno alla possibile commistione tra il tifo organizzato della Juventus e la ‘ndrangheta.

Per questo Marco Di Lello, presidente del Comitato Mafia e Sport della Commissione antimafia, ha ascoltato oggi i pm della Procura torinese secondo i quali “la Juventus non è parte lesa ma neanche concorre nel reato: dunque c’è una grande zona grigia, che è esattamente il terreno su cui la Commissione ha il dovere di indagare.

Al centro delle indagini un presunto accordo Juve-ultras per assicurare la quiete allo stadio e per il bagarinaggio. Grosso affare per la malavita organizzata. “La valutazione che fanno i pm, ha proseguito Di Lello, “è che per portare avanti un’accusa in sede processuale occorrono elementi che non hanno ravvisato nei casi in questione. Una valutazione che rispettiamo”.

Allo stato dei fatti, la Juventus risulterebbe totalmente all’oscuro di eventuali connessioni tra mafia e Curva. Ma siccome i tagliandi delle partite venivano venduti “conoscere le modalità di gestione della biglietteria ha suscitato qualche perplessità all’interno del Comitato, ci ritorneremo” conclude Di Lello al termine dell’audizione in Procura.

Il 26 gennaio scorso la Juventus comunicava intanto ufficialmente “di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità”. E ad oggi nessun suo tesserato risulta indagato, mentre la Società sta collaborando con gli inquirenti. Perché il caso non è chiuso. Anzi. S’è visto anche domenica sera allo Stadium durante il match contro l’Inter: un pezzo di curva Juve era vuoto, Viking in sciopero per uno striscione vietato. Alludeva alle infiltrazioni del business mafioso nel bagarinaggio.

Fonte: SkySport

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