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Pasquale Bruno, il più cattivo fra i maestri: “Ai ragazzi insegno il coraggio”

Pasquale Bruno, il più cattivo fra i maestri: "Ai ragazzi insegno il coraggio"Pasquale Bruno  BARI – “A I ragazzini trasmetto cattiveria ma non ignoranza. Basta un solo brutto voto a scuola per essere sospesi dagli allenamenti”. L’allenatore Pasquale Bruno è irremovibile. Pasquale Bruno, “proprio lui” come ha scritto su Repubblica Gianni Mura domenica scorsa, raccontando di questa sua nuova esperienza con i bambini. In Salento 300 genitori affidano i propri figli al difensore più cattivo della serie A per antonomasia. Lecce, Juventus, Torino e poi l’Inghilterra, collezionista di tackle decisivi e cartellini rossi. I suoi avversari lo temevano ma a coniare il suo soprannome fu un compagno di squadra.

‘ O Animale allena i bambini della Soccer Dream, scuola calcio fondata a Parabita con il genero Chevanton (uno degli attaccanti più amati a Lecce) e Robertino Rizzo, talent scout al servizio di Corvino. A Gallipoli Pasquale Bruno sta partecipando al trofeo Caroli per esordienti, sfidando Arsenal, Napoli e Juventus tra le altre. Ma non siede in panchina. Su proposta di Ezio Glerean, come un anno fa, viene applicato un esperimento: l’allenatore va in tribuna, la squadra è gestita da due tredicenni.

Ci vuole coraggio, Bruno.
“Il coraggio è proprio quello che cerco di trasmettere. Ho cominciato proprio per quello: non volevo fare l’allenatore ma questi ragazzi hanno il diritto di imparare quel che a noi insegnava la strada”.

Le partite infinite sui campi sterrati?
“Sì, ma anche le botte prese e date. Oggi vedo mamme che portano il borsone ai figli di dieci anni”.

Ci vuole davvero coraggio ad affidarle dei bambini?
“Anzi, molti vengono da me proprio perché attirati dalla mia storia: sono quei bambini che ovviamente non mi hanno mai visto giocare ma hanno fatto delle ricerche su Internet”.

Hanno scoperto tutti la sua fama da duro?
“A dire il vero l’hanno scoperta soprattutto i nostri avversari. Molti si lamentano che i miei calciatori entrano nei contrasti sempre in modo cattivo”.

Ma è vero? Stiamo parlando di Esordienti.
“Si identificano molto in me: diciamo che fanno entrate alla Bruno”.

Avranno scoperto anche che così crescono espulsioni e squalifiche, no?
“Sono stato tremendo, oggi con l’esperienza non ripeterei molti degli errori che ho commesso in passato”.

Più difficile allenare i bambini o affrontare i loro genitori?
“Mamme e papà sono tutti convinti di avere in casa un campione in erba ma questo non fa che rammollire i loro ragazzi “.

Invece, suo padre?
“Mio padre è stato il mio primo allenatore, quello di Fabrizio Miccoli e di altri giocatori di serie A. La prima volta che marcai Maradona non gli feci fare gol, eppure mio padre mi rimproverò perché mi ero fatto ammonire”.

Al trofeo Caroli riesce a starsene buono in tribuna?
“Mi mordo le mani, ma quest’esperimento mi piace molto: la squadra viene guidata da due tredicenni taciturni, pacati e molto rispettati dai compagni. Per fare l’allenatore serve. Ecco perché non mi ci vedevo “.

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Protagonisti:
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Fonte: Repubblica

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