TORINO – Archiviare match contro il Milan – e la sua coda velenosa – e provare a guarire un calcio malato terminale di polemiche. E’ questo l’ordine di Massimiliano Allegri alla vigilia del ritorno degli ottavi di Champions contro il Porto. “Noi non siamo mai caduti nella trappola della polemica, finendo per perdere energie. La Juve si è dimostrata più forte del Milan. Se avessimo subito quel rigore all’ultimo ci saremmo rimasti male, forse mi sarei arrabbiato. Ma credo che negli ultimi sei anni di sfide tra bianconeri e rossoneri l’unica partita dove non c’è stato equilibrio è stata proprio quella di venerdì, ripensando ai nostri 25 tiri, di cui ben 13 nello specchio”. Il tecnico contro il Porto riaccenderà le sue 5 Stelle e, dopo tre panchine consecutive, toglierà dalla naftalina Marchisio, candidato a duettare con uno tra Khedira (favorito) e Pjanic.
Massimiliano Allegri, che effetto le hanno fatto le vicende avvenute al termine di Juve-Milan?
“Dello spogliatoio danneggiato non voglio parlare. Il calcio italiano dovrebbe prendere un indirizzo diverso, così non siamo di buon esempio. Nella vita servono regole, educazione e rispetto. Pensiamo ai bambini delle scuole calcio… Ma quella di venerdì è soltanto l’ultima cosa successa sui campi di Serie A. Se vogliamo cominciare un percorso diverso dobbiamo cambiare e avere rispetto, regole, educazione e più cultura della vittoria e della sconfitta. Il problema è anche un altro…”
Prego.
“Se non saremo bravi a lavorare per il futuro quelli che verranno dopo di me troveranno uno scenario ancora peggiore di quello attuale. In Italia si promettono tante cose, ma poi si fa il contrario di quello che si dice. Stiamo arrivando ai limiti della follia. E’ normale poi che succedano certi incidenti. Detto questo, quella di venerdì è stata una bellissima partita che la Juve ha meritato di vincere. I 18-20 punti di differenza tra noi e il Milan ci sono tutti. E le polemiche non devono assolutamente sminuire il lavoro di una squadra che, alla luce dei suoi numeri, non è attaccabile”.
Lei è il primo allenatore italiano ad aver ragginto gli ottavi di Champions per sette anni consecutivi, ma non ha mai vinto la Coppa: è l’anno giusto per rompere l’incantesimo?
“Due anni fa siamo andati in finale, speriamo che questa sia la volta buona. Il Barcellona sembrava fuori dai giochi e ora è il favorito per la vittoria finale. Il Bayern a marzo è sempre lì che lotta, ma anche l’Atletico Madrid e il Manchester City possono ambire a vincere la Champions”.
Quali rischi ci sono dopo la vittoria (0-2) dell’andata in casa del Porto?
“I rischi sono comunque tanti, perché le partite non sono mai scontate. Il Porto domani farà un’ottima gara. Anche ai playoff qualificazione a Roma partivano da una situazione di svantaggio… I portoghesi sono bravi a sfruttare gli episodi, noi dovremo giocare come se fosse una partita secca, senza pensare al 2-0 dell’andata. Questo è un momento importante della stagione anche in campionato. Dobbiamo fare punti perché, vincendole tutte, Roma e Napoli possono rispettivamente arrivare a 92 e 90 punti. Contano i risultati, non le chiacchiere”.
Marchisio arriva da tre panchine, domani giocherà? E Chiellini come sta?
“Sono tutti a disposizione tranne Sturaro, che credo rientrerà con la Samp. Venerdì abbiamo sprecato molto, non possiamo permetterci cali di tensione. Domani Claudio giocherà con uno tra Khedira e Pjanic. Per quanto riguarda Chiellini devo ancora valutare, mentre per il ruolo di terzino destro deciderò in base alle caratteristiche degli avversari”.
Domani basta passare il turno oppure vuole una prova priotecnica?
“No, i fuochi d’artificio si fanno in finale. Domani serve una prova seria anche per prepare al meglio l’ultima sfida prima della sosta, la trasferta di domenica a Genova”.
Che Porto si aspetta di vedere?
“Mi aspetto una squadra che sa bene quello che vuole. Non sarà una partita semplice, ripeto, basta rivedere come i portoghesi hanno giocato il ritorno dei playoff a Roma. Noi dovremo essere bravi, responsabili e consapevoli che ci servirà un’altra grande prestazione”.
Una curiosità: a chi ha devoluto la multa che si è autoassegnato in seguito alla lite con Bonucci nel concitato finale di Juve-Palermo?
“La donazione è andata al reparto pediatrico dell’Ospedale Regina Margherita e al Sermig”.
Intanto Paulo Dybala sogna ad occhi aperti: “Vincere la Champions al mio secondo anno alla Juventus sarebbe una cosa pazzesca. Mi piacerebbe essere decisivo in Europa come in campionato. Ma sarei comunque contento di arrivare fino alla finale di Cardiff senza segnare”. La Joya teme l’effetto-Barcellona (“La rimonta dei blaugrana ha dato speranza a tutti: il Porto non ha gli stessi giocatori dei catalani ma ha identica voglia”) e punta sull’effetto-Milan: “La vittoria contro i rossoneri ci dà ancora più energie e fiducia. Vanerdì abbiamo meritato di vincere, potevamo chiudere la partita prima, ma abbiamo dovuto aspettare fino all’ultimo minuto. Il rigore? E’ stato il pallone più pesante della mia carriera. C’erano tante cose in ballo, personali e di squadra. Per quello che era successo in Supercoppa a Doha. Perché era l’ultimo minuto. Perché ho dovuto aspettare tanto per calciare quel penalty”.
Sotto con il Porto, adesso: “Partita-trappola? Conosciamo la squadra lusitana, abbiamo visto come giocò in casa della Roma – prosegue il numero 21 bianconero -. Sappiamo di non poter rischiare. Undici contro undici non sarà facile, ma noi vogliamo disputare una bella partita. L’obiettivo è vincere senza subire gol. Difendiamo in undici e diamo il cento per cento”. Al solito, la Juve punta (anche) sul dodicesimo uomo in campo: “Qui lo stadio è sempre pieno. E per noi è un po’ più facile, come abbiamo dimostrato vincendo le ultime 31 sfide di campionato”. In chiusura, Dybala risponde al suo ex allenatore Gattuso, che avevo detto di vedere poca Joya nei suoi occhi: “Lui mi conosce, mi ha allenato, mi ha dato anche delle botte in partitella. Non so perché ha detto così: io sto bene, sono felicissimo”.
Fonte: Repubblica