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Inter, Pioli ora è in bilico: tra Europa difficile e l’ombra di Conte

Inter, Pioli ora è in bilico: tra Europa difficile e l'ombra di ConteStefano Pioli (ansa) MILANO – E adesso prepariamoci alle otto giornate di Stefano Pioli. D’altronde la sentenza era stata già vergata lo scorso 26 febbraio, con quella brutta sconfitta contro la Roma, figlia di scelte sbagliate. Ma è stata pronunciata definitivamente dopo l’1-2 contro la Sampdoria, capolinea di ogni speranza: per la sesta stagione consecutiva, l’Inter non disputerà la Champions League, e a questo punto deve seriamente concentrarsi per mantenere un piazzamento in Europa League. Il calendario annuncia giornate campali: trasferta a Crotone, con i calabresi che d’improvviso hanno intravisto uno spiraglio di salvezza, poi filotto terribile contro Milan, Fiorentina e Napoli, prima della volata finale che contempla anche una trasferta in casa della Lazio. Logico che in questa situazione il giudizio vero e proprio sul lavoro di Stefano Pioli debba essere rimandato, per forza di cose, e lui è il primo a saperlo, altrimenti non direbbe: “Se il campionato finisse oggi nessuno sarebbe soddisfatto”.
 
VIDEO LA SINTESI DI INTER-SAMPDORIA

Insomma l’Inter deve guadagnarsi ancora tutto, anche se fino a poche settimane fa sembrava che ogni cosa fosse già andata al suo posto dopo la bella rimonta in classifica da novembre in poi. Macché. In primavera l’Inter ha frenato bruscamente, e dopo l’illusorio e per certi versi assurdo 7-1 all’Atalanta, è arrivato un punto in due partite contro Toro e Samp, rispettivamente decima e nona in serie A. Così in molti, che incautamente avevano srotolato striscioni e intonato peana per il povero Stefano Pioli ingiustamente poco considerato, devono almeno per il momento soffermarsi su qualche riflessione. Alla fine di Inter-Samp il pubblico di San Siro ha fischiato, per la prima volta nella sua gestione. Durante Inter-Samp, fin dai primi minuti, ci si è chiesti più volte il motivo dell’impiego di Marcelo Brozovic, schierato a sorpresa e per giunta in un ruolo non suo, in coppia centrale con Gagliardini e dietro i quattro attaccanti. Il croato ha giocato malissimo, per colpe proprie ma non solo, e nella ripresa tutti si attendevano la sua sostituzione. Mai avvenuta. Invece uscivano Banega e Perisic, entravano Eder e Joao Mario, e Brozovic sempre lì, fino alla frittata del rigore procurato con un tocco di braccio allucinante, sulla punizione di Alvarez. Ma al di là della scelta sbagliata di Brozovic o dello strano accantonamento di Joao Mario, che è pur sempre un campione d’Europa in carica ma non parte titolare proprio dalla sera di Inter-Roma, Pioli sembra in un momento di difficoltà perché la squadra ha perduto di colpo brillantezza e fluidità di gioco.
 
Lui stesso sa che il suo lavoro verrà giudicato in base ai risultati, come tutti. E sa benissimo di dover vivere con questa spada di Damocle chiamata Antonio Conte sopra la testa. Una situazione non certo facile, che magari non pregiudica la serenità del lavoro sul campo ma qualche pensiero lo mette per forza. Di fatto, per la legge del calcio che è quella dei risultati, molto del percorso compiuto fin qui varrà poco, per esprimere un giudizio su Pioli: moltissimo dipenderà dalle ultime otto giornate di campionato. E saranno le otto giornate di Stefano Pioli, chiamato a dimostrare di essere davvero da Inter, oppure no. Un bel macigno sulle spalle, senza ombra di dubbio. Ma la vita di un allenatore è anche questa cosa qua.

Inter

serie A
Protagonisti:
Stefano Pioli

Fonte: Repubblica

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