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Higuain vuole tutto: “Champions e Mondiali”

Gonzalo Higuain, attaccante della Juventus

A tutto Gonzalo Higuain. L’attaccante della Juventus si è raccontato in una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport, in cui è tornato a parlare anche della decisioni di lasciare Napoli: “Ho un ricordo meraviglioso di Napoli. I compagni, lo staff, gli amici. Ho lasciato una parte del mio cuore tra i tifosi. Ringrazierò sempre Napoli. Mi hanno voluto quando ho deciso di andare via dal Real Madrid ed è stata l’unica squadra che è venuta a prendermi. La ringrazierò per tutta la vita. Tre anni meravigliosi lì, che non dimenticherò mai. Io penso che ci sarà tanta gente di Napoli che mi vuole bene per quello che ho fatto e tanta gente che mi vuole male. Ma non mi interessa. A me interessa quello che sono io, quello che ho fatto per quella squadra. Sono un professionista: ho fatto la scelta più giusta per me”. Scelta non facile quella di lasciare gli azzurri: “È stata difficile. Ho sentito, c’erano dei rumors, che la Juve poteva pagare la clausola. Ma non lo credevo e infatti è stata una scelta molto, molto complicata e difficile. Però dal giorno in cui ho capito che loro mi volevano fortemente ho detto ‘basta aspettare, decidiamo’. Perché nella vita se non prendi il rischio non fai nulla di importante. E io questo rischio l’ho voluto prendere”.

MI PIACCIONO LE SFIDE

E la scelta di passare alla Juve, alla fine, sembra essere stata giusta: “I fatti, i risultati italiani e internazionali della Juve quest’anno, hanno dimostrato che ho fatto bene”, ha continuato Higuain. “Sono una persona così, questo è il mio carattere. Non solo carattere, non ho paura. Mi sono detto che dovevo farlo e l’ho fatto. Non è stata una scelta facile, ma la dovevo fare. Perché era una tappa importante del mio viaggio professionale e umano. Mi piacciono le sfide e cerco di vincerle. La Juventus è stata una scelta più che giusta, perché volevo venire qui per arrivare ad un traguardo importante e ci siamo vicini, molto vicini. Siamo ad un passo dal concludere una stagione fantastica. Ma a un passo: non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo saperlo e avere la determinazione necessaria per l’ultimo miglio della nostra corsa, cominciata in agosto. Allora volevamo, e un po’ sognavamo, di vincere il campionato, la Coppa e la Champions. Siamo ad un passo, però dobbiamo finire il lavoro di questa stagione fantastica”..

IL RAPPORTO CON SARRI 

Sull’allenatore più importante avuto in carriera, il Pipita ha le idee chiare: “Sarri è stato uno degli allenatori che più mi ha dato fiducia e lui sa quanto gli voglio bene e quanto lo ringrazio. Lo devo dire perché lo sento, e lui ha sempre belle parole per me. Infatti siamo d’accordo che continueremo ad avere un rapporto. Perché lui mi ha dato tanto”.

IO&DYBALA

Intesa fantastica con Dybala in bianconero: “Con lui mi trovo benissimo. E’ vero, è la prima volta che giochiamo insieme così consecutivamente, ma sinceramente mi trovo bene con Paulo e noi due viviamo tutto questo con tanto impegno e, insieme, con tanta allegria”.

“Cardiff? Sarà speciale, speriamo di vincere”

Ora, dopo l’appuntamento Scudetto, la Juventus è chiamata a fare l’impresa a Cardiff, nella finale di Champions League. Higuain incontrerà una ex di lusso, il Real Madrd: “Sarà una sfida speciale e sarà una sfida contro una grandissima squadra. Una squadra che è abituata a giocare questo tipo di partite. Quindi è, per la mia concezione del calcio e della vita, una sfida molto piacevole. E noi speriamo di vincerla”. A proposito di passato, l’argentino ha svelato anche qualche risvolto della sua infanzia: “Ho cominciato a giocare a calcio da bambino. Avevo cinque o sei anni. Sono cresciuto in una famiglia calcistica. Mio padre Jorge è stato un difensore di qualità: ha giocato nel River e nel Boca. Fin da bambino ho respirato l’odore del cuoio e ho seguito mio padre in tutte le sue avventure calcistiche. Sono nato in Francia perché papà giocava lì. Pane e pallone, così sono cresciuto. Il mio sogno più grande era arrivare ad essere un calciatore professionista. Per fortuna l’ho potuto fare, ma non ho finito. Voglio fare di più. Mia madre è un’artista, dipinge. Ho avuto la fortuna di fare bene e sento come dovere di non risparmiare nulla. Faticare o gioire, sempre con la massima passione. Mio padre mi ha insegnato a sentirmi uguale a tutti, con il massimo rispetto. Quando arrivai al Real avevo 17 anni e entravo in una squadra di campioni. Ma non dovevo avere timidezze, complessi di inferiorità”.

Fonte: SkySport

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