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Cds – Il Napoli rimpiomba su Denis Suarez: al Barca gioca poco, è un pallino di ADL

“La meglio gioventù, va da sé, è il profilo perfetto per personalizzare il proprio Profilo politico e tecnico e Denis Suarez Fernandez, semplicemente Denis Suarez (24 anni nel giorno dell’Epifania) non è mai uscito dai radar, né da quel cono di luce che lascia brillare la sua eleganza nel palleggio, la sua versatilità, il suo genio calcistico. SI VENDE. Scrivono in Spagna che sia in vendita, perché un altro anno non potrà essere completamente bruciato e buttato via: da quando è rientrato dal Villarreal – l’estate del 2016 – solo quarantacinque presenze ma, soprattutto, complessivamente, 2.245 minuti effettivi (i 1788 della passata stagione a cui aggiungere i 457 di quella in corso), che rendono il ruolo assai marginale e certo appagano relativamente. Però Denis Suarez è al Barça e certo non va considerato un dettaglio: ma l’orizzonte è ampio, le tentazioni sono forti e De Laurentiis, due anni fa, non ha nascosto di avere un debole per lui, proprio alla vigilia di un Villarreal-Napoli: «Non posso negare che mi piaccia tanto».
SI COMPRA. Il resto, val la pena di sottolinearlo, appartiene a dinamiche ancor tutte da decodificare, ma intanto si può registrare come continui ad essere elevatissima la stima nei confronti di un esterno (offensivo) in grado di arricchire il dna offensivo d’un Napoli che non vuole negarsi niente, manco di ondeggiare in una dimensione onirica. Denis Suarez è l’ala che può stare a sinistra, a destra, che ha dentro di sé talmente tanta materia grigia da indurre a sbizzarrirsi: le variabili, com’è noto, le orienta però il mercato, ingovernabile nella sua evoluzione e comunque legato (in maniera imprenscindibile) ai desideri d’un club che vuole restare giovane.

MISSIONE. Poi si vedrà cos’altro ancora «inventarsi», per coprirsi a destra, però fronte difensivo, dove Vrsaljko rimane il preferito; e comunque i sondaggi per Chiesa verranno riproposti, vista l’amicizia tra De Laurentiis e Della Valle; e su Castillejo (23 tra due mesi) rimangono puntati i radar. Però, per il momento, avendo una mezza giornata libera, Cristiano Giuntoli se ne è andato a vedere Carpi-Brescia, mischiandosi tra la folla nel settore distinti d’uno stadio che conosce bene per aver contribuito al rilancio della società emiliana: giovani in campo ce n’erano (su tutti: Pachonik e Nzola da una parte, Bisoli e Somma dall’altra): però questi sono giri di perlustrazione.”

Corriere dello Sport

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