
Why Always Me?
Il Manchester City è la nuova squadra di Balotelli, e lì ritrova Roberto Mancini, con cui scriverà pagine storiche per il club. Il cartellino costa 28 milioni, e l’Inter ne fa una super plusvalenza. Lui è sicuro dei suo mezzi, talmente tanto che a quei tempi oserà anche dire che “c’è solo un giocatore più forte di me, Messi. Tutti gli altri sono dietro” Già, ma nella prima stagione coi Citizens le cose non vanno benissimo. Arriva la vittoria in FA Cup, e il terzo posto in campionato. Per Balo sono però 17 presenze e solo 6 gol. Ma la storia è lì vicina. E tra gol e balotellate sembra di stare sulle montagne russe. E’ l’estate 2011: nel giro di amichevoli in vista della nuova stagione ci sono anche i Los Angeles Galaxy. Al minuto numero 30 Balotelli si trova davanti al portiere. Cannonata sotto l’incrocio? Macché! Super Mario si trascina il pallone con la suola sinistra e calcia di tacco. Come all’oratorio. Mancini si infuria e lo sostituisce. Croce e delizia, come sempre. Vero, perché quello è anche l’anno della prima storica Premier dopo 44 anni di astinenza. E se il City riesce finalmente a superare lo United è merito anche degli scontri diretti. Al ritorno la squadra di Mancini vince in casa 1-0. Ma nella storia ci rimane – indelebile – la gara d’andata. All’Old Trafford è cappotto: finisce 1-6, e Mario segna due gol. Il primo è l’istantanea della sua carriera, un mix tra talento cristallino, errori e ammissione di colpa. David Silva serve Balo al limite dell’area: piatto destro di prima aperto sul secondo palo. È un colpo da biliardo. Palla in buca, 1-0 e sotto la divisa del City c’è la maglietta, quella famosa. “Why Always Me?” Perché sempre a me? Come a dire che gliene capitano davvero di tutti i colori, pur sapendo di chi sia la colpa. Esempi? Il marzo precedente, tanto per dirne uno. Quando viene sorpreso a lanciare freccette ai ragazzi delle giovanili del City da una finestra del centro sportivo di Carrington. Oppure quella mezza rissa con Mancini durante un allenamento. Le 10 mila sterline di multa per aver lasciato in divieto di sosta per 27 volte la sua Maserati. Per non parlare della nottata allo strip club alla vigilia di una partita contro il Bolton. Un’altalena insomma, tra alti e bassi. Tra fuori e dentro il campo. E giusto per spostarci proprio sul rettangolo verde, ci sarebbero anche 3 cartellini rossi e 9 ammonizioni, per un totale di 10 giornate di squalifica da prendere in considerazione. Fare una valutazione oggettiva di Balotelli è obiettivamente complesso, ma per fortuna ci sono quei colpi di genio che valgono tutto il suo valore. Il più importante? Manco a dirlo, 13 maggio 2012, City-QPR: la parte blu di Manchester è di nuovo campione. All’ultimo minuto, all’ultimo respiro, e c’è lo zampino di Mario. L’assist per il decisivo 3-2 di Auguro è suo, e che assist. Proteggendo palla e cadendo a terra. Quasi in scivolata. Per la storia e per la gloria.
Fonte: Sky