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Roma, un mese da incubo. I motivi

Una vittoria, due pareggi e due sconfitte. Tre se si aggiunge il ko contro il Torino in Coppa Italia, costato l’eliminazione. È questo il bilancio della Roma negli ultimi 30 giorni circa. Una discesa libera cominciata con il pari per 0-0 in trasferta contro il Chievo e culminata nella sconfitta di ieri contro l’Atalanta. Un periodo nero che ha ridimensionato di gran lunga le ambizioni dei giallorossi, ora quinti in classifica, superati dalla Lazio e lontani ben 12 punti dalla vetta, con una partita ancora da recuperare. Con le reti subite ieri da Cornelius e De Roon la squadra di Di Francesco non è più la miglior difesa (14 reti incassate), ma i problemi non riguardano certamente il reparto arretrato. L’attacco infatti è solamente l’ottavo dell’intero campionato, mentre la scorsa stagione aveva chiuso alle spalle solo del Napoli, con ben 90 centri. Da dove nasce questa crisi? In queste settimane si è parlato spesso di Dzeko e Schick, della loro difficile coabitazione. Eppure ieri neanche il gol del bosniaco, uno dei pochi salvarsi tra i giallorossi, è bastato a evitare la sconfitta. Il loro dualismo continua a rappresentare un problema, ma al momento l’inconsistenza offensiva è data dallo scorso apporto degli esterni. La crisi della Roma infatti è coincisa con quella di Perotti ed El Shaarawy, a secco di gol in Serie A entrambi da novembre. L’argentino ha perso brillantezza fisica e anche la fiducia che invece aveva caratterizzato la sua rinascita nella prima parte di stagione. L’emblema è stato il rigore sbagliato contro il Cagliari, senza dimenticare le negative prestazioni contro Juventus, Sassuolo e Atalanta appunto. Non riesce più a superare l’uomo: sono diminuiti i dribbling tentati, ora 5 di media a partita, e anche la percentuale di realizzazione, scesa al 60%. In Champions, per fare un confronto, ha chiuso il girone con quasi 9 dribbling di media a partita, di cui oltre il 70% andati a buon fine. Il faraone invece non offre più quei tagli imprevedibili e letali che lo avevano reso quasi irrinunciabile nell’11 titolare di Di Francesco. Fatica a vincere il duello individuale con il suo avversario e si mostra poco lucido davanti alla porta, come dimostrano i gol sbagliati all’Allianz Stadium e ieri, sul tentativo mandato in angolo da Masiello. Le alternative poi in pratica non ci sono. Schick fa fatica da esterno, Defrel è assente per infortunio dalla partita contro la SPAL dell’1 dicembre e Ünder si è dimostrato ancora acerbo per certi palcoscenici. Senza le ali l’attacco non è pericoloso, ma prevedibile e costringe i compagni a una serie di lanci lunghi inconsistenti. 

Fonte: SkySport

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