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Alle radici di Guardiola: il primo anno al Barça B

Filosofia

Continuerà invece Pep, per poi salire al vero Barcellona e fare il Triplete al primo anno, a suon di gol. Ma le difficoltà in quel primo Barça B erano tante. I campi ne sono proprio un esempio. La cosa più lontana possibile da uno stadio come il Camp Nou: grande e perfetto. Eppure l’intuizione era semplice: possesso palla, bel gioco, qualità. Se dovesse riuscire su un campo piccolo, allora su uno grande non può che essere più facile. I suoi ex giocatori ne sono d’accordo. Le loro parole sono un tripudio di attestati di stima per le sue qualità da allenatore. “Era diverso da qualsiasi altro allenatore” – dice Sergio Urbano, attaccante – era incredibile il modo in cui trasmetteva le sue idee. Come viveva e respirava il calcio, e come lo capiva”. Urbano oggi è svincolato, dopo aver giocato in Inghilterra tra i semi professionisti del Biggleswade Town. “Vincevamo col possesso. Era strano, i campi erano minuscoli, sembrava impossibile giocarci bene. Ma Guardiola coi suoi concetti ci fece capire che poi avremmo potuto giocare ovunque”. Dimas Delgado ora, invece, ha 25 anni, e gioca in India al Bengaluru: “Aveva idee chiare, e le spiegava ancora meglio Guardiola. Era preciso, chiunque coglieva le sue idee. Penso fosse questo il suo segreto”. E’ vero, era concentrato nei dettagli l’attuale manager del City, ma soprattutto nei rapporti con giocatori così giovani. Gai Assulin, passato poi anche dal Manchester City riserve, è un’ala: “Ricordo che i video duravano al massimo dieci minuti” – questione di soglia di attenzione. “Pep arrivava allo stadio ore prima dei giocatori, e se ne andava ore dopo. Era preparatissimo, ma non dava mai più informazioni di quelle che potessimo recepire” – dice l’attuale giocatore del Sabadell, squadra della Segunda Division B. E poi, infine, tutti e tre ne sono d’accordo: vincere col City era solo questione di tempo. “Pep fa migliorare i giocatori dal punto di vista tattico – dice Urbano – hanno un altro stile di gioco. Hanno fatto propri più concetti di calcio soprattutto grazie a lui”. “Serviva solo tempo perché i giocatori afferrassero i suoi concetti di calcio” – aggiunge Delgado. Ebbene quel tempo è arrivato, e la filosofia di Guardiola sta portando il Manchester City dove mai era stato in tutta la sua storia.

Fonte: Sky

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