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Corcione: “La forza e la consapevolezza”

Che campionato, quest’anno: con Napoli e Juventus si viaggia a velocità supersonica e si parla di bellezza pura. Si prova a scrivere un trattato di estetica applicato al calcio e tutti lottano per avere una pagina dedicata; perfino Trapattoni, profeta riconosciuto dell’utilitarismo, oggi cambierebbe idea sulla gestione di un’annata da dominare a tutti i costi. Sul tema della bellezza, Sarri e Allegri si rincorrono proprio come accade in classifica, si era iscritto alla corsa anche Simone Inzaghi, ma nello scontro più importante ha resistito solo un tempo, per giunta dopo aver vissuto l’illusione del vantaggio quando erano trascorsi solo tre minuti. Per il Napoli, invece, è una ulteriore legittimazione delle ambizioni tutt’altro che velleitarie. Un dato che fotografa il cambiamento: su 63 punti, 23 sono arrivati grazie al ribaltamento di risultati inizialmente sfavorevoli. Nel recente passato non era mai accaduto.

Tra Firenze, venerdì sera, e Napoli ieri è stato definitivamente ribadito un concetto che, nelle parole dei protagonisti, è tornato con sempre maggior forza: non basta essere forti, la differenza è possedere la consapevolezza di esserlo. Che l’avesse la Juventus era una verità accertata, certificabile anche nel DNA bianconero, la novità di questa serie A è che l’abbia conquistata il Napoli. E che l’abbiano persa Inter e Milan, e pure la Roma, nonostante la rivoluzione americana. Il distacco tra le prime due e le altre ha superato la più fervida immaginazione dei commentatori che, prima del via, avevano fatto le carte ai candidati al ruolo di primattori. Neppure il 4 a 0 del Milan nello stadio dei sogni di Ferrara ha cambiato le sensazioni: la bellezza è ancora un’altra cosa.

Il secondo tempo di Napoli-Lazio è un manifesto che andrebbe distribuito nelle scuole calcio, esaltazione del genio italico realizzato da una formazione internazionale: non esistono dubbi sull’artefice, proprio come non esistono dubbi sull’ideologo che ha concepito il meccanismo juventino. È il trionfo del pensiero italiano, la migliore rivincita che il calcio potesse regalarsi dopo aver subito l’ignominia della mancata qualificazione ai mondiali della prossima estate. Con un corollario importantissimo: Insigne e Bernardeschi sono ormai realtà irrinunciabili per la rifondazione della Nazionale. Dettaglio fondamentale, quasi come la composizione (ieri) della difesa napoletana: tre su quattro erano con Sarri all’Empoli. Una medaglia al valore delle piccole squadre che possono essere straordinario laboratorio per novità intriganti. Hysai, Mario Rui e Tonelli sono diventati grandi insieme, possono diventare grandissimi. Lasciando a Ghoulam il tempo di guarire: nel concetto di bellezza rientra anche la corale manifestazione di solidarietà testimoniata dai compagni di squadra all’infortunato-bis: non solo forma, ma autentica sostanza.

Prevedere il verdetto finale di questa straordinaria volata è una prodezza che vale quanto azzeccare i sei numeri del Superenalotto. Più comodo aspettare almeno lo scontro diretto. Se il ritmo resta questo, il divertimento è garantito.

Fonte: SkySport

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