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Harry, ti presento Chielly. Elogio della marcatura

Certo, Higuain e Dybala, il tango argentino. Ma il successo della Juventus è anche (soprattutto?) la vittoria della scuola italiana, quella che non fa ballare i migliori artisti internazionali perché li lega alla sedia, li snerva. È l’elogio della marcatura a uomo, quella alla vecchia maniera fatta di contatto fisico, espedienti anche un po’ bastardi al limite della legalità, scarpate prese e ridate. Ci restituisce il difensore come uomo-muro, quello che usa tutto il suo corpo per fare il proprio mestiere. Piede, petto, schiena, faccia se necessario: vale tutto pur di fermare un pallone pericoloso.

Che poi non è neanche così brutto, l’anatroccolo Chiellini. Poco prima era stato lui a verticalizzare per Higuain, ispirando da dietro il gol del sorpasso di Dybala. Una giocata “alla Bonucci”, se i tifosi bianconeri ci consentono il paragone senza rivoltarsi. Prima e dopo quello squarcio, tanto altro, tanta sostanza. Come quando smorza il tiro di Eriksen gettandosi a peso morto davanti allo sparo. Nel finale poi, sgraziato com’è, si sbraccia per mantenere la linea, guida i compagni gesticolando come un italiano vero, se potesse li sposterebbe prendendoli di peso uno a uno, con le sue mani. Solo una volta, all’ultimo respiro, Harry si libera dalla morsa e lo anticipa, saltando più in alto. Lo salva il palo, pericolo scampato, Chielly sospira. A godere è la Juve, e non per finta.

Fonte: Sky

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