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Cinismo, gap, fragilità: 3 lezioni per Juve e Roma

La Roma sbaglia, il Barça segna

Da uno 0-3 a un 4-1 cambia poco all’apparenza, e anche la Roma ne è uscita malissimo dai quarti di finale di andata di Champions. Eppure qualche differenza c’è, partendo dal campo. La Roma era nella tana del Barcellona, forse non più quello irresistibile dell’ultimo triplete targato 2015, ma pur sempre primo e con una Liga in tasca. La Roma, inoltre, tornava ai quarti dopo tanti anni, e le aspettative non potevano essere certo alte come quelle dei bianconeri. Ma questo 4-1 brucia tanto comunque, innanzitutto perché maturato con ben due autoreti (i giallorossi sono solo la quarta squadra nella storia della competizione ad esserci riuscita), e perché il risultato è molto più severo di quanto il campo non abbia realmente raccontato, aspetto dunque positivo per la squadra di Di Francesco. È questo lo stesso discorso fatto anche per la Juventus, perché – anche qui – non si tratta solo di episodi, in ballo c’è il cinismo di squadre abituate a vincere anche e soprattutto in Europa, a non sbagliare, e a non farsi intimorire dagli episodi stessi, cosa che inevitabilmente capita alle squadre italiane impegnate in Champions. La Roma ha tenuto bene il campo per un’ora di gioco, e anche sul 3-0 è arrivato il gol di Dzeko che ha riaperto il match, con una chance per Gonalons addirittura per un 3-2 che sarebbe stato tutt’altro che immeritato. Dunque il quarto gol di Suarez, e la sfida sembra – anche qui – ormai chiusa. Insomma, il solito ritornello: laddove Roma (e Juve) hanno sbagliato, Barcellona (e Real) no. E lì c’è tutta la differenza del mondo. Capitolo a parte, ovviamente, i due rigori richiesti per i falli su Dzeko e Pellegrini, che avrebbero potuto certamente cambiare – parzialmente o totalmente – la storia della partita.

Fonte: Sky

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