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Juve-Napoli e non solo: storie di partite-scudetto

Nakata-Montella, pareggio che sa di vittoria

Esiste poi un caso storico, sempre legato a Juve-Roma, in cui non perdere significò praticamente vincere. 6 maggio 2001, la Roma di Capello si presenta nella tana della Juventus forte del +6 sui bianconeri. Mancano 6 giornate alla fine del campionato, ma dopo appena 6 minuti la Juve ha dimezzato lo svantaggio in classifica. Del Piero-Zidane, 2-0 che stenderebbe chiunque, ma nella ripresa Capello azzecca ogni mossa pescando dalla panchina gli uomini della provvidenza. All’intervallo inserisce Montella per Delvecchio, al 60’ cambia Totti e manda in campo Nakata. A 10’ dalla fine proprio il giapponese riaccende le speranze romaniste con un gran tiro dalla distanza, poi all’ultimo minuto ci riprova e Montella si avventa come un falco sul pallone non trattenuto da van der Sar. Con il 2-2, accolto come una vittoria, la Roma preserva il vantaggio in classifica; ne approfitta la Lazio, che scavalca i bianconeri e si porta seconda a -5, salvo poi riscivolare indietro alla terz’ultima giornata. La Roma vince il titolo all’ultima giornata (contro il Parma), precedendo di 2 punti la Juventus, dopo essersi quasi cacciata nei guai con il 2-2 alla penultima giornata contro un Napoli quasi retrocesso.

Storia simile, un +6 di vantaggio preservato con un pareggio, nel 1997, ma lì mancavano appena 3 giornate alla fine del campionato e l’1-1 tra Juventus e Parma significava praticamente la fine della corsa per i gialloblu di Ancelotti. Cinque giorni dopo, il 23 maggio, alla Juventus bastò un altro 1-1, questa volta sul campo dell’Atalanta (vantaggio dell’atalantino Inzaghi, pari di Iuliano), per cucirsi lo scudetto sul petto.

Fonte: SkySport

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