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Come l’Arsenal ha buttato la partita in 10 minuti

L’Arsenal ha ormai perso la caratteristica densità nella zona della palla, i terzini sono larghi senza che ce ne fosse bisogno, Mustafi non si accorge neanche del lancio a palla scoperta, Koscielny parte con almeno un metro di ritardo su Griezmann.

Nell’epilogo più beffardo possibile l’Atlético pareggia, Griezmann imita la danza di un videogioco mostrando al pubblico dell’Emirates la “L” della sconfitta (sarebbe tecnicamente un pareggio, ma suona come tale) mentre Wenger si aggiusta nervosamente i polsini della camicia, assomigliando particolarmente a un’aquila.

Più tardi Wenger ha descritto l’esito della gara di andata in termini catastrofici, definendolo «il peggior risultato possibile», e non si fa fatica a comprenderne le ragioni. Ha anche aggiunto che l’1-0 sarebbe stato un ottimo risultato, e che all’Arsenal era rimasto «un solo compito, non farci sorprendere da una palla lunga. L’Atlético non aveva altro modo di creare un’opportunità se non ricorrere alle palle lunghe».

Wenger tende a fidarsi molto dei suoi giocatori, che in questi giorni, dopo la notizia della sua partenza, lo hanno pubblicamente ringraziato con messaggi di grande affetto e stima. D’altra parte, in previsione di eventuali pericoli che poi si sono effettivamente verificati, avrebbe potuto prendere delle contromisure, come inserire un terzo difensore centrale per coprire meglio l’ampiezza e quindi la profondità.

Invece ha lasciato Mustafi e Koscielny esposti in una situazione che non sono stati in grado di gestire, e l’Atlético ha saputo sfruttarla per portare a casa il pareggio. Per centrare l’ultimo obiettivo stagionale, l’Arsenal dovrà segnare (almeno) un gol in casa dell’Atlético, dove anche quest’anno i colchoneros hanno registrato dei numeri difensivi senza senso: 9 gol subiti in 26 partite, 19 clean sheet stagionali di cui 11 consecutivi, striscia ancora aperta. Nel conto di tutte le competizioni, l’Atlético non subisce un gol in casa dal 20 gennaio.

Fonte: SkySport

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