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Diritti tv, è caos: rischio Serie A al via senza copertura televisiva

ROMA – Jaime Roures, catalano, patron di Mediapro, bluffava clamorosamente quando si era presentato in assemblea di Lega di serie A, a Milano, e in cinque minuti aveva rassicurato i venti presidenti di A, Micciché e Malagò: “Tranquilli, il 26 aprile depositeremo la fidejussione da un miliardo di euro più Iva”.

Ieri non ha depositato niente: ha trovato solo alibi, aspetta che il tribunale civile di Milano il 4 maggio decida sul ricorso di Sky e “spinge” ancora per il Canale della Lega. Solo un “ricatto”, dicono i presidenti, che adesso sono davvero furibondi e sempre più preoccupati. Il 19 agosto parte il campionato di A e a questo punto, visti i tempi, c’è il rischio reale che non ci sia copertura tv.

Ma non è solo questo: le società più fragili, diciamo così, sono solite farsi anticipare dalle banche i soldi dei diritti tv. Che faranno adesso? Andranno a bussare alla porta di Gaetano Micciché, presidente della Lega ma soprattutto banchiere (Banca Imi, gruppo Intesa Sa Paolo)? Se la Figc è nel caos più totale (vedi Spy Calcio del 26 aprile), non è che la Lega maggiore stiamo meglio. La vicenda dei diritti tv è iniziata nel giugno dello scorso e chissà quando finirà. Sky tace e aspetta il giudice che per ora ha sospeso il bando Lega-Mediapro. Il 4 maggio entrerà nel merito, sentiti gli avvocati del colosso spagnolo-cinese: visto il provvedimento di sospensione è probabile, molto probabile, che il giudice dia ragione a Sky. La procedura ex articolo 700 cpc prevede quindi che Mediapro possa fare ricorso al Collegio ma i tempi si allungherebbero almeno sino a metà giugno con la possibilità di dover rifare tutto daccapo. Questo la scenario più probabile. Immaginatevi il panico dei club.

E il Canale della Lega? È l’obiettivo di Mediapro che è pronta a lavorare con Be In sport, emittente legata ad Al Jazeera con la quale lavora già in Spagna. Ma molti club (Juve e Roma in testa) sono contrari, anche a Sky l’ipotesi non può stare bene. Che farà adesso la Lega? Probabile debba aspettare almeno la sentenza del 4 maggio prima di mettere in mora Mediapro, che garantisce di avere sufficiente solidità finanziaria. Vicenda complessa, con rischi che ci si trascini per tribunali chissà quanto tempo.

La Lega intanto il 7 maggio cercherà di completare la sua governance: dopo Micciché da coprire ancora otto ruoli. Malagò-Micciché cercano la mediazione, così potrebbe finire il commissariamento. Vista la delicatissima e complessa vicenda dei diritti tv, si cercherà di chiudere per un amministratore delegato di alto profilo. In pole position Paolo Dal Pino, manager dalle esperienze mondiali che riscuote la fiducia di moltissimi club, dei vari schieramenti sinora contrapposti. Malagò vorrebbe Marzio Perrelli, ma è un banchiere come Micciché: due forse sono troppi. Stefano Domenicali si è praticamente tirato fuori: ha chiesto 4 milioni (lordi) all’anno, quanto guadagna come presidente e ad di Lamborghini. Cifra ritenuta troppo alta dai presidenti di Lega, soprattutto di questi tempi. L’ad della Lega dovrebbe prendere intorno ad un milione e duecento (netti) a stagione: Urbano Cairo voleva Jaime Tebas, ad della Liga di Spagna, e ora è seccato con Malagò che gli ha fatto saltare il piano.

Fonte: Repubblica.it

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