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Serie A, le migliori giocate 36^ giornata

Dell’incredibile capacità di Alisson di predire le intenzioni dell’avversario e le traiettorie del pallone avevo già scritto in un pezzo di qualche mese fa, chiedendomi se lo potessimo già considerare, dopo appena una stagione, il miglior portiere del campionato.

Ieri con la parata sul tentativo di autogol di Bruno Peres, il portiere brasiliano ha spostato l’asticella del nostro stupore ancora un po’ più in là, dando una nuova dimensione al suo valore per l’ennesima volta in stagione. Ci sono vari dettagli eccezionali di questa parata: lo spazio ravvicinatissimo tra Alisson e Bruno Peres, la frazione di tempo minuscola in cui deve coordinarsi per la parata, il fatto che il pallone l’avesse già quasi superato. Eppure, come giustamente si fa notare in telecronaca, Alisson non ci arriva all’ultimo, con la punta delle dita, ma la mano sembra essere già lì dove sta andando il pallone, e infatti lo respinge con il palmo pieno. Il suo tuffo, anche rivedendolo al replay, non è improvviso come una contrazione fulminea, ma sembra la conseguenza inevitabile del suo movimento a coprire lo specchio della porta.

È possibile che abbia “previsto” in anticipo il tocco maldestro del suo compagno? È normale pensare che un portiere debba anticipare anche il più imprevedibile degli eventi? L’illusione di controllo totale che Alisson proietta sulla partita è in contraddizione con quello che abbiamo pensato finora sui portieri, che dopo un grande riflesso istintivo tendono ad esultare, urlando verso il cielo o insultando la difesa semplicemente per sfogare l’adrenalina del momento contingente. Alisson, invece, sembra poter far rientrare qualunque evento all’interno del suo bagaglio tecnico e infatti non sembra nemmeno così stupito da quello che ha appena fatto: dopo la parata si rialza senza fare senza troppo clamore, poi indica qualcosa col braccio destro. Arriverà un momento in cui anche noi smetteremo di stupirci per questo tipo di parate?

Fonte: SkySport

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