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I 10 “casi” arbitrali che hanno segnato i Mondiali

La fotografia universalmente più nota nella storia dei Mondiali è quella di un gol realizzato con la mano. Paradossale, eppure allo stesso tempo così poetico (ma non ditelo agli inglesi), perché dietro c’è un enorme capitolo della storia del calcio – quello intitolato Maradona – ma anche la prova schiacciante di come sia impossibile scindere quello che è “solo uno sport” da tutto il resto: politica, affari, Storia, vita.

Nella fotografia c’è Shilton, il portiere dell’Inghilterra, con il pugno proteso in avanti nell’intento di allontanare la minaccia di un pallone che piove dall’alto; anche Maradona salta con il pugno alzato, nascosto accanto alla massa di riccioli neri, per anticiparlo, facendo credere all’arbitro di esserci riuscito con la testa. Diego riatterra, una rapida occhiata all’arbitro tunisino Ali Bin Nasser e poi l’esultanza genuina, chiamando a sé i compagni attoniti, perché come ammetterà lui stesso era il modo migliore per far pensare all’arbitro che non ci fosse dietro nulla di losco (“Venite ad abbracciarmi o non lo convaliderà”). Un movimento fulmineo, disonesto, geniale nel senso di partorito dalla mente di un genio, di cui conosceremo nell’arco di 5 minuti le due facce che lo animano e lo tormentano. Quella più oscura che dà vita alla “mano de Dios” (così lo battezza lo stesso Maradona, giustificandolo come una punizione “divina” per il popolo inglese in seguito alla Guerra delle Falkland) e quella cristallina, classe allo stato puro, che gli permette poco dopo di farsi perdonare segnando il “gol del secolo”, la cavalcata solitaria superando uno ad uno tutti gli inglesi, per ultimo Shilton, questa volta messo a sedere usando i piedi. Redenzione agli occhi del mondo, se non vi è piaciuto quello di prima, guardate cosa posso fare.

Fonte: Sky

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