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Brasile-Belgio, le chiavi della sfida

Come difenderà il Brasile, in particolare Paulinho

Il genio di De Bruyne è la scintilla che innesca il principale punto di forza del Belgio, ovvero la varietà di soluzioni offensive, la capacità di occupare tutta la trequarti in ampiezza con cinque giocatori (i tre attaccanti e i due esterni), moltiplicando le linee di passaggio. Da questo punto di vista, sarà interessante capire se Tite assegnerà istruzioni particolari a Paulinho per evitare di ritrovarsi in situazioni di parità numerica tra il blocco offensivo del Belgio e il suo blocco difensivo (i quattro difensori più Fernandinho).

Sarà infatti fondamentale che Paulinho interpreti una partita un più accorta, restando sempre sul suo canale di centro-destra ma quasi in linea con Fernandinho, per prevenire il rischio di lasciare scoperta quella zona di campo in cui il Belgio costruisce la maggior parte dei suoi attacchi, con De Bruyne, Ferreira Carrasco e Hazard. Del resto abbiamo già visto il Brasile cambiare forma in modo simile nella parte finale della partita contro il Messico, un piccolo accorgimento che Tite ha poi ritenuto decisivo per congelare e poi raddoppiare il vantaggio ottenuto.

È successo negli ultimi venti minuti, allo scopo di aumentare la compattezza della fase difensiva contro le azioni manovrate del Messico. Il tradizionale 4-3-3 si è trasformato in un 4-4-2 che era a tutti gli effetti un 4-2-3-1, con Paulinho (poi Fernandinho) e Casemiro in mediana, Willian largo a destra, Gabriel Jesus largo a sinistra, Coutinho (poi Firmino) alle spalle di Neymar. È un’altra conferma della grande flessibilità di questa rosa, che può cambiare struttura e punti di riferimento pur conservando gli stessi undici titolari.

Come difenderà il Belgio, in particolare Ferreira Carrasco

Nell’altra metà campo, il Belgio affronterà un dilemma simile, fare in modo che mai e poi mai i tre attaccanti del Brasile si ritrovino in parità numerica contro i suoi tre difensori centrali. Più le distanze si dilateranno, meno avranno qualche vaga possibilità di tenere il passo di Neymar, Gabriel Jesus e Willian. Idealmente, il Belgio vuole mantenere grande compattezza nella zona della palla, scivolando rapidamente all’indietro con gli esterni fino a formare un 5-4-1 stretto sul lato forte. Nella pratica, come abbiamo visto contro il Giappone, fatica ad applicare i meccanismi di riaggressione con la dovuta prontezza, e soprattutto a ricomporre una linea di difesa a cinque compatta.

Dopo aver visto la sua squadra faticare ripetutamente in transizione, Martínez avrà messo in conto il rischio dei cambi di gioco di Marcelo nella zona alle spalle di Ferreira Carrasco. Potrebbe per questo chiedere al suo esterno sinistro di non allontanarsi mai troppo da Willian, ma dovrebbe rinunciare alla sua presenza fissa nell’ultimo terzo di campo, fondamentale per allargare la difesa del Brasile. Quantomeno, il Belgio difende meglio proprio nella zona in cui il Brasile preferisce attaccare, con la possibilità di appoggiarsi all’eccellente visione di gioco di Alderweireld per capovolgere rapidamente l’azione.

La vera sfida nella sfida sarà quella tra Neymar e Hazard, che condividono un ruolo offensivo molto simile nelle rispettive squadre, precisamente quello di “buco nero”, il trequartista che tagliando in diagonale da sinistra verso il centro fa collassare tutta la difesa avversaria su di sé liberando spazi enormi per gli inserimenti in area di rigore. Nella sfida tra i due migliori attacchi, i due numeri dieci hanno l’opportunità irripetibile di lasciare un segno indelebile nella storia dei Mondiali. È arrivato quel momento della cerimonia.

Fonte: SkySport

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