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OBIETTIVO NAPOLI – Nuovo inizio tra tante incognite

L’arrivo di Ancelotti sembrava poter aprire una nuova era per la compagine azzurra. Si sperava in una ulteriore internazionalizzazione della società e in un impatto decisivo del nuovo tecnico sulle dinamiche di mercato.
Invece il Napoli non è cambiato, De Laurentiis non è cambiato… È cambiato Ancelotti, da subito disponibile ad accettare le parsimoniose strategie del suo nuovo presidente.
A pochi giorni dalla chiusura, il mercato partenopeo si è trascinato tra illusioni, obiettivi sfumati e tante scommesse. Ancelotti, si dice, è stato il vero top player della campagna acquisti del Napoli. Ciò in parte è vero, ma il suo importante avvento non riesce a mascherare qualche punto interrogativo nella squadra costruita finora.
La premessa importante è che Ancelotti non ha la bacchetta magica e, ovviamente, avrà bisogno di tempo e fiducia per imprimere nella squadra la sua idea di calcio. Vanno però messi in evidenza quelli che sembrano, ad oggi, dei punti fragili del nuovo Napoli.
I primi dubbi riguardano la porta. L’acquisto di Meret è stato una grossa scommessa, divenuta necessaria dopo i fallimenti degli obiettivi principali (Leno e Rui Patricio), che si è fatta ancor più rischiosa dopo l’infortunio patito dal giovane portiere. L’elemento che doveva garantire esperienza alle sue spalle, Karnezis, nelle prime uscite ha destato parecchie perplessità, al punto da indurre la società a tornare sul mercato per rincorrere Ochoa e qualche altro profilo che possa dare una quadratura ad un reparto in cui sembrano esserci poche certezze e tanta improvvisazione.
In difesa, le perplessità riguardano i terzini. Dietro Hysaj e Mario Rui si agita un mare di dubbi. Per sostituire Maggio si è ricorso a Malcuit, un ventisettenne che probabilmente rappresentava l‘ultima scelta di una decina di candidati, il cui elenco comprendeva, tra gli altri, Lainer, Vrsaljko, Sabaly, Arias, Darmian. A sinistra, invece, i medici interpellati continuano a dirsi ottimisti su Ghoulam ad ogni occasione possibile, di fatto, però, il giocatore continua ad essere ben lontano dal rientro a disposizione e sarà importante capire quale sarà il suo stato una volta tornato in gruppo.
Il centrocampo è stato rivoluzionato dopo l’addio di Jorginho. Nonostante sia stato solo l’italo-brasiliano a partire, l’arrivo al suo posto di Fabiàn Ruiz ha creato un effetto domino le cui conseguenze saranno tutte da valutare. Hamsik in regia piace quando avanza e illumina con i suoi lanci e imbucate, ma desta molte preoccupazioni la sua scarsa attitudine difensiva e i movimenti in fase di non possesso. Con lo slittamento del capitano in regia, sarà fondamentale un passo avanti in quanto a personalità e continuità da parte di Zielinski, che si giocherà il posto con il nuovo arrivato Fabiàn che, da parte sua, sembra essere più a suo agio sul centro-destra, settore dove però agisce Allan, unico vero punto fisso e certezza del reparto mediano.
L’attacco, nonostante il mancato arrivo dell’agognato top player, sembrerebbe essere il reparto paradossalmente più florido e con meno problematiche dell’intera rosa partenopea. L’arrivo di Verdi ha arricchito notevolmente le possibilità di scelta ai lati (o alle spalle, vista la disposizione più centrale che gli esterni d’attacco occupano con Ancelotti) della prima punta; il ritorno di Mertens consentirà al mister di valutare diverse soluzioni offensive; Callejòn e Insigne rappresentano le solite certezze, in attesa di scoprire Younes tra qualche mese, e di valutare la crescita di Ounas. Le uniche perplessità riguardano la condizione di Milik. Dopo i due gravi infortuni è plausibile che il polacco abbia difficoltà a reggere tutta la stagione senza cali significativi. A quel punto bisognerà capire se Ancelotti vorrà affidarsi, come Sarri, a Mertens come prima punta o se vorrà giocarsi la carta, meno allettante, di Inglese.
La speranza è che, alla fine, non ci si ritrovi a rimpiangere i mancati arrivi e che Ancelotti non pecchi di ottimismo nel dirsi soddisfatto della rosa a disposizione. Si poteva fare di più. E meglio.

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