CALCIO ESTERO

Boca-River: mix di bandiere, talenti e “italiani”

Tantissimi argentini e appassionati di calcio hanno sognato per oltre 100 anni di metterle una di fronte all’altra nella partita più importante di tutte e, alla fine, questo desiderio è stato realizzato. Boca Juniors e River Plate si sfideranno per la conquista della Coppa Libertadores, vinta 6 volte nella storia dagli Xeneizes e tre dai biancorossi. Molti dei protagonisti sono già consapevoli, dunque, della tensione e l’adrenalina che si porterà dietro la partita, amplificate dal fatto poi che non sarà una finale qualunque, ma il SuperClasico, una delle rivalità più importanti, famose e storiche del mondo calcistico.

Da una parte c’è il Boca di Guillermo Barros Schelotto, allenatore moderno e innovativo che nelle fila dei gialloblù ha già scritto la storia da giocatore (è il secondo più titolato di sempre nel club) e ora vuole aggiungere un’altra meravigliosa pagina da allenatore. Una storia voluta dal destino e legata a doppio filo alla volontà dell’Uefa. La stessa Uefa che, un paio d’anni fa circa, non riconobbe come valido il suo patentino d’allenatore, impedendogli quindi di poter sedere sulla panchina del Palermo: decise così di rassegnare le dimissioni e far ritorno in patria dove fece ritorno al suo amato Boca. Sì, perché El Mellizo era una scommessa di Zamparini (una delle poche riguardanti allenatori e non giocatori) che lo notò dopo aver vinto la Copa Sudamericana con il Lanus e lo fece firmare nel gennaio 2016. In rosanero non riuscì, tuttavia, a disputare nemmeno una partita. Nessuna scelta avventata del presidente, ma semplicemente l’impossibilità di tesserarlo che costrinsero il patron dei siciliani a puntare nell’attesa a Viviani, Bosi e Tedesco prima di arrendersi definitivamente alla possibilità di veder completate le carte nel tempo giusto. Sull’altra panchina c’è, invece, Marcelo Gallardo, l’uomo della rinascita del River. C’è o, almeno, ci dovrebbe essere. Il Gremio, infatti, è pronto a far ricorso perché nella semifinale, seppur squalificato, pare sia sceso negli spogliatoi per parlare alla squadra durante l’intervallo. Battuti i brasiliani, i Millonarios hanno raggiunto l’ennesima finale di queste ultime stagioni. Una specialità – una dozzina di finali già disputate – per l’allenatore classe ’76 che, con un calcio molto propositivo, ha cancellato gli anni bui che avevano caratterizzato il club biancorosso, coincisi con la prima clamorosa retrocessione della storia nella Primera B Nacional. Gallardo, come il collega, punterà alla doppietta: anche lui ha infatti vinto la Coppa Libertadores da giocatore con la maglia del River.

Fonte: Sky

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