CALCIO ESTERO

Jamal Murray va per i 50, Kyrie Irving non ci sta

Parafrasando la frase più iconica del film The Social Network: uno non segna 48 punti in una partita NBA senza farsi qualche nemico. È il caso di Jamal Murray, che questa notte si è regalato la miglior serata della sua giovane carriera rifilandone 48 ai Boston Celtics… e facendo arrabbiare Kyrie Irving. Arrivato così vicino a quota 50, infatti, la guardia canadese dei Denver Nuggets ha provato a diventare il quinto giocatore di questa stagione a realizzare un cinquantello, ma dopo aver sbagliato un facile sottomano con la partita ancora competitiva, si è preso una tripla da 8 metri negli ultimi secondi della partita, quando – come da tradizione – i giocatori in campo si fermano e lasciano scorrere il cronometro fino allo zero. Quando un giocatore, specie della squadra vincente, va contro questa regola non scritta, di solito i perdenti si arrabbiano parecchio. In questo caso è stato Kyrie Irving a prendersela con il gesto del giovane dei Nuggets, rifiutando di stringere la mano con un assistente allenatore avuto ai tempi dei Cavs e uscendo dal campo scagliando il pallone sugli spalti, frustrato anche per la sua ottima prestazione rovinata (31 punti con 13/17 al tiro). “Voglio dire, quale agonista non sarebbe arrabbiato dopo un gesto del genere?” ha detto un Irving ancora visibilmente contrariato dopo la partita. “Avrei capito se avessimo fatto fallo e lo avessimo mandato in lunetta… Ma la palla merita di finire tra il pubblico dopo una stron…a del genere. Perciò l’ho scagliata via”.

Kyrie: “Ero inca…o, ma congratulazioni per i suoi 48 punti”

Il campione NBA 2016 ha poi cercato di minimizzare quanto successo, cercando di non dare troppa rilevanza alla sua reazione. “Non voglio farne una cosa più grossa di quella che è: ovviamente ero inc…to durante la partita, ma è tempo di rilassarsi e andare avanti”. Irving si è anche profuso in complimenti per il suo avversario, anche se non è chiaro se siano del tutto sinceri o se fossero più un modo per mascherare la propria frustrazione: “Congratulazioni per i suoi 48 punti: ci è riuscito in grande stile contro di noi. La nostra difesa deve essere migliore, specialmente contro giocatori di pick and roll come lui. Stasera era al centro delle nostre attenzioni ma ci ha fatto male in certi momenti con tiri e sottomani difficili”.

Murray: “Non volevo mancare di rispetto, a volte mi faccio prendere dal momento”

Dal canto suo, il 21enne dei Nuggets ha ammesso di aver superato il segno con quel tiro da 9 metri, scusandosi con gli avversari a fine partita e anche davanti ai microfoni dei giornalisti. “Le mie emozioni hanno preso il sopravvento” ha detto Murray, autore di una prestazione balistica da 19/30, 5/11 da tre e 5/5 ai liberi. “Non volevo mancare di rispetto ai Celtics e ai tifosi con quel tiro: avevo solo in testa l’obiettivo di arrivare a 50, e penso che tutti abbiano capito cosa stavo cercando di fare. Conosco metà dei giocatori di Boston, perciò non ci saranno strascichi. Mi sono fatto prendere dal momento, come successo lo scorso anno con i Lakers”. Alcuni di voi ricorderanno sicuramente l’altro episodio di cui si era “macchiato” Murray, un irriverente palleggio attorno a Lonzo Ball che era piaciuto pochissimo ai gialloviola e in particolare ad Isaiah Thomas, che curiosamente oggi è suo compagno di spogliatoio. “A volte mi perdo” ha ammesso Murray, che al di là del notevole talento ha ancora della strada da dover fare, ma con i suoi 48 punti – record per un giocatore canadese nella storia della NBA, superati i 47 di Andrew Wiggins – ha mostrato di essere in grado di prestazioni straordinarie. “Quando ho segnato il primo tiro ho capito che sarebbe stata una buona serata. Ero stanco prima dell’inizio, ma quando sono in difficoltà tendo a giocare meglio, con più concentrazione. Ho cercato di mantenere quel mood per tutta la partita e i miei compagni hanno continuato a passarmela. È stata una partita divertente”.

Fonte: Sky

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