Stefano Agresti, Umberto Chiariello e Riccardo Cucchi a ‘Un Calcio Alla Radio’
Agresti: “Curioso di vedere come verrà gestita la situazione Hysai. Paqueta? Un rischio per il Milan”.
In diretta a ‘ Un Calcio Alla Radio’, trasmissione di Umberto Chiariello in onda su Radio CRC, è intervenuto Stefano Agresti, direttore di Calciomercato.com: “Il Napoli cerca di prendere giovani già consacrati? Vero mi sembra questo l’orientamento del Napoli, di un club che vuole continuare a crescere. Mi sembra l’orientamento giusto. Il mercato del Napoli è orientato su giugno. Sono curioso di vedere come verrà gestita la situazione Hysai. C’è da capire se il Napoli sta pensando di venderlo subito o di aspettare la fine della stagione. Se riesci a confermare giocatori come Koulibaly, Insigne e recuperi Ghoualm, hai una buona base. Allan? Se mi dicono Allan ad 80 poi penso a chi prendere. Barella? Se continua a crescere così diventa un patrimonio straordinario della società. Penso che ci siano due giocatori a cui il Napoli non può rinunciare e che sono Koulibaly e Insigne. Paqueta? Paqueta è un gran talento che deve dimostrare comunque il suo talento. Dal Brasile sono arrivati giocatori meravigliosi, ma abbiamo preso qualche bufala. Se il Milan sbaglia un acquisto da 35 milioni sono problemi”.
Editoradio: “Basta ai predoni del calcio giovanile”.
In diretta a ‘ Un Calcio Alla Radio’, trasmissione in onda su Radio CRC, è intervenuto Umberto Chiariello per il suo consueto ‘Editoradio’: “Oggi voglio parlare non di calciatori, ma di quelli che li gestiscono. Finalmente la ‘deregulation’ del 2015 voluta come ultimo atto sciagurato di Blatter sta per finire. Cosa vuol diire? Prima era stato introdotto l’esame per procuratori, anche molto difficili. Poi all’improvviso il signor Blatter prende e toglie l’albo dei procuratori. I fenomeni alla Wanda Nara proliferano. Ora si parla addirittura, mi viene da sorridere, di “norma anti-Wanda”. Le donne fanno paura anche nel calcio. Wanda deve andare sui banchi di scuola se vuole continuare a gestire suo marito Icardi. Ma è facile basta prendersi un procuratore qualsiasi come prestanome e lo si gestisce secondo la propria volontà. Fatta la legge, aggirato l’ostacolo. È interessante il discorso che nel 2020 torni l’albo ed è un albo che ha delle regole giuste, corrette. Anche i procuratori dovranno iscriversi al fondo di solidarietà e pagare il 5% dei loro proventi, ma quel che conta è che si vuole creare un tetto anche ai procuratori. Questa è una norma anti-Raiola. I procuratori hanno risposto in maniera molto intelligente: “siamo disponibili se lo fanno tutti. questo tetto non si avrà mai”. La verità è che le norme più importanti sono quelle che dovranno punire, sanzionare penalmente e va introdotta una norma penale per quei procuratori scorretti, che vanno a casa dei ragazzini, promettendo soldi alle famiglie pur di prenderli in erba e poterli gestire in futuro, salvo poi buttarli via una volta che non trovano dove piazzarli. Questo è il vero scandalo che va arginato e su cui bisogno riflettere: il calcio giovanile come terra di conquista e di predoni. I procuratori spesso non fanno solo i professionisti, sono dei veri predoni”.
Cucchi:” Supercoppa? Forse è giunto il momento di dire un no, anziché continuare a dire sempre dei sì”.
In diretta a ‘ Un Calcio Alla Radio’, trasmissione di Umberto Chiariello in onda su Radio CRC, è intervenuto Riccardo Cucchi, giornalista: “Supercoppa? È una battaglia che insieme a pochi altri colleghi abbiamo portato avanti per una ragione di buon senso. Credo che il calcio debba smettersi di voltarsi dall’altra parte, magari solo per interessi economici. Questa scelta penso sia stata sbagliata fin dal primo momento. Il calcio non può non tenere conto dei luoghi in cui si va a giocare. L’Arabia Saudita è un paese in cui c’è molto da fare sul piano dei diritti umani e dei diritti civili. Sul piano che non riguarda solo i diritti delle donne, ma anche della libertà di stampa. Non dimentichiamoci dell’omicidio di Khashoggi, avvenuta all’interno dell’ambasciata Saudita ad Istanbul. Credo che sia giunto il momento in cui il calcio si riprenda i valori su cui si basa. Il calcio è uno sport planetario. Ha la fortuna di essere ricco, ma non per questo deve chiudere gli occhi. Supercoppa in un paese in cui le donne hanno poche libertà? Io posso aggiungere che le donne lì non possono essere titolari di un conto corrente bancario, che in caso di separazione possono avere i bambini con loro fino a sette anni, in caso di maschi fino a nove. Non è la prima volta che il calcio si trova davanti queste situazioni. Per quanto riguarda olimpiadi e mondiali vorrei ricordare che la scelta del luogo in cui disputare queste manifestazione è sempre appannaggio del comitato olimpico per le olimpiadi, FIFA per i mondiali, UEFA per gli europei. In questo caso è l’Italia che sceglie. RAI trasmette la supercoppa? La Rai non ha responsabilità perché ha sottoscritto un contratto con cui ha acquistato il diritto di trasmissione per i prossimi tre anni, non sapeva dove si fosse giocata la supercoppa e non ha voce in capitolo, non può scegliere dove giocare la Supercoppa. Deve in qualche modo subire la scelta della Lega Calcio. Dico, però, che forse sarebbe giunto il momento di dire un no, anziché dire continuare a dire sempre dei sì”.