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Pietro Maiellaro: “Maradona era il calcio. Per il Napoli di Spalletti può essere l’anno buono”

Un calciatore indimenticabile, Pietro Maiellaro, autore di gol impossibili e giocate splendide. Il ‘Maradona del tavoliere delle Puglie’, così soprannominato, ci ha fatto rivivere alcuni ricordi legati al grande Maradona. Forte è il rammarico per non aver giocato accanto a Diego. Il calcio di oggi  è solo un lontano parente di quello di una volta. La velocità ha preso il sopravvento sulla tecnica, impoverendo questo sport. Con l’ex calciatore di Bari e Fiorentina, abbiamo anche analizzato il campionato del Napoli di Spalletti e del Benevento di Fabio Caserta.

Pietro, che ricordi hai di Maradona?

“Maradona è stato il calcio, unico. Era una persona speciale, non si lamentava mai e si metteva sempre a disposizione di tutti”.

Ero ragazzo ma ricordo bene un Bari-Napoli, nel quale ci fu una magia di Maradona che consentì a Carnevale di pareggiare. Ce la racconti?

Certo che la ricordo. Come faccio a dimenticarla. Ogni cosa che Maradona faceva in campo era uno spettacolo. Vincevamo 1-0 e mancavano pochi minuti al termine della gara.  Diego era girato spalle alla porta, ma improvvisamente inventò una mezza rovesciata che consentì a Carnevale, appostato sul secondo palo, di pareggiare. Fu una grande invenzione che fece esplodere di entusiasmo i tifosi del Napoli, al punto che franò un pezzo di curva. Fortunatamente non ci furono gravi danni”.

Era quasi impossibile marcare Diego. Terracenere ce la mise tutta ma non fu facile.

“Ricordi benissimo, sei molto informato. Angelo (Terracenere) mi diceva che era imprevedibile. Ricordo una mia battuta: a centrocampo ci fu uno scontro tra Diego e Terracenere. Mi avvicinai al mio compagno per dirgli che doveva finire di tartassarlo, ma lo dissi in maniera scherzosa. Diego mi disse: “Pietro, non è un problema. Lui tartassa me ed io tartasso lui”. Diego non era uno che protestava, in campo era correttissimo”.

Non hai mai nascosto la tua voglia di giocare nel Napoli. Hai anche dichiarato che avresti fatto il mediano pur di giocare accanto a Maradona.

E’ vero. Indossai la maglia del Napoli in un torneo di Viareggio. Sono stato vicino a vestire la maglia azzurra. Ero alla Fiorentina e Moggi mi chiamò per dirmi se ero propenso ad accettare un trasferimento. Non so cosa successe con la dirigenza viola ma non se ne fece più nulla”.

Ti aspettavi questo Napoli di Spalletti così in alto?

Me lo auguravo. Spalletti sa allenare, ha un bell’organico e la squadra sta rispondendo bene. Può essere l’anno giusto. La partita contro l’Inter sarà importantissima. Il Napoli ha tutte le carte in regola per uscire da Milano con una prova positiva. Quello partenopeo è un organico consolidato e ha recepito le idee di Spalletti. E’ una squadra con personalità. Non credo che l’Inter possa vincere lo scudetto. Affrontare il Napoli non è facile per nessuno”.

Come giudichi questo Milan?

“Sta facendo un bel campionato. Sono due, tre anni che lavorano su questo gruppo. Bisogna capire fin quando riuscirà a mantenere certi ritmi”.

Il momento più difficile il Napoli potrebbe averlo a gennaio con la partenza di Koulibaly, Osimhen e Anguissa per la Coppa d’Africa. Sei d’accordo?

“Dovrà cercare di ridurre i danni. Chi andrà in campo avrà il compito di non far rimpiangere i compagni che andranno a disputare la Coppa d’Africa. Avranno 3-4 partite dove per dimostrare il loro valore. Sarà importante il contributo di Lorenzo Insigne”.

Dopo un ottimo europeo è bastata qualche partita un po’ meno buona per far storcere il muso a qualcuno. Qual è il tuo pensiero su Insigne?

“Ha fatto un buon europeo che lasciava presagire ad una certa continuità. Giocare nello stadio di Maradona non  è facile per nessuno. Quello che conta, comunque, è dimostrare di avere gli attributi nei momento più difficili”.

Parlando del Benevento, che giudizio dai sul campionato della Strega?

“Sinceramente, mi aspettavo un Benevento più su in classifica. Ha un ottimo organico e c’è tempo per recuperare. La B, poi, è un campionato particolarissimo. Puoi vincere o perdere con chiunque. C’è una classifica corta, ma non bisogna mancare gli appuntamenti importanti. La squadra ha carattere, l’ambiente è ottimo e ci sono tutti i presupposti per vincere il campionato. La prossima partita con il Pisa è importantissima. Se il Benevento riuscisse a venire fuori da questa gara ne gioverebbe tutto l’ambiente. Il Pisa sta facendo bene e per la Strega è una gara importantissima sotto diversi punti di vista. Alla fine i valori usciranno fuori”.

Il tuo gol più bello?

Quello contro il Milan. Giocavo con la Fiorentina e inventai un pallonetto da 35 metri. In quel momento pensai a Maradona (ride ndr)”.

Oggi è un calcio completamente diverso dal vostro. C’è molta nostalgia di quei tempi. La corsa prevale sotto ogni aspetto. Giocatori con la vostra tecnica farebbero fatica. Sei d’accordo?

Dici bene. Non si marca come una volta. Prima ti marcavano anche negli spogliatoi, figurati ad uno come Maradona cosa succedeva. Oggi si prendono dei gol di testa che sono assurdi, con calciatori che marcano a due metri di distanza. Di cosa vogliamo parlare. E’ vero, un giocatore tecnico, così come eravamo noi, farebbe fatica nel calcio attuale”.

 

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Claudio Donato

Claudio Donato, giornalista-pubblicista. Al suo attivo diverse collaborazioni con varie testate giornalistiche.