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Gli interventi di Carlo Nicolini e Alessandro Sacco a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Nicolini, vice direttore sportivo dello Shakhtar Donetsk. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione dicalcioinpillole.com.

Com’è la situazione in Ucraina? Come procede lo Shakhtar?
“Noi siamo ad Antalya, faremo l’ultima amichevole a Spalato il primo maggio, poi il 2 i nostri ragazzi verranno convocati in nazionale per preparare lo spareggio, infine torneremo a casa aspettando. Anche stanotte hanno bombardato Kiev, è tutto un punto di domanda, ma c’è poco di positivo nell’aria”.
C’era già la sensazione della guerra?
“No, del conflitto armato no. L’ambasciata italiana ci consigliò di abbandonare l’Ucraina qualche giorno prima, ma mai avremmo pensato che sarebbe scoppiata la guerra. Se ti dicono che è tutto in sicurezza e tutto procede… un lavoratore deve rimanere. Le notizie le interpretavamo a modo nostro ovviamente e ci facevamo mille domande, ma la notte del 24 siamo rimasti tutti a dir poco sorpresi”.
Come mai è arrivato il no della Lega Serie A per ingaggiare i vostri calciatori?
“Purtroppo a parole sono bravi in tanti. Quando c’è da andare al concreto poi cambia il tutto. Il motivo esatto non lo so. So che ci sono state delle ripicche tra alcune squadre, quelle che avevano ancora un buco per l’extracomunitario e quelle che non lo avevano. Si è guardato il proprio interesse. Ora come ora cercano solo di fare sciacallaggio vista la situazione, è un po’ scorretto. Fa un po’ specie che la UEFA per tutelare il club e i giocatori applichi questa soluzione, poi la federazione rifiuta la possibilità”.
Da dove si potrebbe ripartire con lo Shakhtar? I trasferimenti dei vostri giocatori a che titolo vengono ceduti?
“I giocatori sono dello Shakhtar fino al 30 giugno, questo dice la UEFA. Chiunque vuole prendere i giocatori dello Shakhtar può prenderli pagando la prestazione mensile, ma a giugno tornano allo Shakhtar. Fernando al Lipsia però, per esempio, è stato venduto. I brasiliani si sono accasati in brasile e vengono pagati mensilmente, poi a giugno torneranno. Parteciperemo al preliminare di Champions League, come vincitori del campionato, essendo stata congelata la classifica, ma va capito come si potrà fare non essendoci un campionato. Altre decisioni saranno prese strada facendo, ora è impossibile progettare il futuro”.
C’è la possibilità che il campionato vada avanti giocando in un’altra nazione?
“In Italia no di sicuro. Ci sono tante proposte, come la Polonia. Tutto dipende se questa guerra si ferma o no. Se si ferma siamo pronti a ricominciare, organizzandolo nella parte ovest del paese, altrimenti valuteremo tutte le proposte. Economicamente noi possiamo ancora reggere, come la Dinamo, ma altri no. Tutto ciò ci devasta, perché è anche difficile programmare”.
Ti hanno già chiamato dal Napoli per De Zerbi e Salomon?
“Nessuna chiamata, niente di vero. Le notizie che stanno girando sono tutte fake. Se vogliono il nostro allenatore o i nostri giocatori bisogna fare le cose seriamente, come le facciamo noi affrontando questa situazione a testa alta”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onAda su 1 Station Radio, è intervenuto Alessandro Sacco di Serie AL Femminile. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni raccolte dalla redazione di calcioinpillole.com.

La FIGC ha annunciato il passaggio al professionismo del calcio femminile: pensieri?
“Come spesso succede in questi annunci ci sono pro e contro. Ci sono più vantaggi qui: ci sarà un campionato a 10 squadre con 18 giornate, e ci sarà anche la pool scudetto e pool salvezza. Poi ci sarà un cambio nella questione stipendio: le calciatrici verranno considerate lavoratrici a tutti gli effetti. Ci sarà solo la Serie A come categoria professionista, mentre la B e la C saranno ancora considerate dilettantistiche. L’unica è la Serie B che in futuro potrà passare al livello professionistico.
Posso raccontarvi un retroscena: una delle migliori giocatrici, la Hegerberg del Lione, per anni è stata convocata dalla Norvegia perché aveva chiesto uno stipendio quasi come quello dei colleghi uomini, Ora che ci sono state queste migliorie in campo internazionale verrà nuovamente convocata. Ricordiamo inoltre che l’Italia è a un passo alla qualificazione ai Mondiali in Australia per la seconda volta”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’attuale presidente della Clivense ed ex calciatore del Chievo Verona Sergio Pellissier. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni raccolte dalla redazione di calcioinpillole.com.

Sulla Clivense ed il nuovo crowdfunding
“Abbiamo raggiunto la quota minima del crowdfunding, 250’000€, in soli quarantotto minuti. C’è entusiasmo. L’idea nostra è di dare la possibilità a tutte le persone che vogliono partecipare in un progetto sano di farlo. Credo che gran parte del calcio non ci sarebbe senza i tifosi, e noi vogliamo renderli partecipi”.
Le modalità e i requisiti per accedere al modello di crowdfunding
“Bisogna essere maggiorenni innanzitutto. Inoltre bisogna solo iscriversi sul sito dove c’è il nostro progetto, entrare dentro e cliccare “investi”. Puoi scegliere dai 250 euro in su. Fa piacere vedere che ci sono persone che credono in noi”.
Investendo in questo progetto quali sono i vantaggi?
“Intanto dipende da quanto si investe. Più si investe più si entra dentro al progetto. Ci sono due fasce, la B e la C. La prima va da 250 euro a 9999 euro, che è dei tifosi. Sopra i 10mila invece si può decidere dove vanno i soldi che ci sono in amministrazione. Bisogna essere d’accordo con il consiglio d’amministrazione. I vantaggi sono che le persone che investono fanno parte di questo progetto, hanno scontistiche date dalla società ecc… Nella vita poi è sempre bello sognare, e chissà che un giorno non potremo raggiungere tutti i nostri obiettivi. La società è stata divisa, il 40% è nel azionato popolare. In base a quanto vai a prendere di quel 40% capisci quant’è la tua percentuale. Tutto in trasparenza, non nascondiamo niente”.
Sulla vicenda Acerbi
“Lo conosco bene. Non credo che abbia fatto apposta a sbagliare, non credo che non gli importasse. Posso assicurare che qualsiasi giocatore professionista che sbaglia non se ne frega. La risata è isterica più che di felicità. Credo che purtroppo sia facile distruggere tutto ciò che si è creato negli anni. Ha avuto problematiche con la società per altre motivazioni, questo può avere inciso nei tifosi, ma il calcio non si può nascondere dietro a questi errori”.

 

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