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Gli interventi di Gianluca Atzori, Beppe Dossena e David Di Michele a “1 Football Club”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gianluca Atzori, allenatore della squadra maltese Floriana ed ex calciatore, fra le tante, di Torino e Palermo. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Sul calcio a Malta
“Oggi siamo in quattro allenatori italiani nel campionato maltese. Siamo quattro su quattordici, quindi non male come percentuale”.
Sulla corsa salvezza di Sampdoria e Spezia
“Indubbiamente lo Spezia ha fatto una grande partita contro la Lazio, ma l’errore al Var è grossolano, gli hanno tolto un punto. Il loro campionato è però ottimo e credo che si salveranno. Anche la Sampdoria credo che uscirà fuori dalle zone che fanno paura. Il Cagliari si è rimesso in discussione dopo l’esonero di Mazzarri, non credo sia un bel momento. Ora si gioca tutto”.
Su Mazzarri
“Il lavoro che stava facendo andava apprezzato. Bisogna stare vicino al tecnico anche quando c’è una flessione così. Devi essere forte come società. Quando ci sono questi cambiamenti a rimetterci sono sempre i ragazzi, che non hanno più un punto di riferimento. Insieme si può uscire da queste situazioni. Con questa scelta hai destabilizzato un po’ il tutto. Non voglio giudicare perché tante cose non le sappiamo, ma l’esonero mi sembra assurdo”.
Questo è un campionato livellato verso l’alto o verso il basso?
“C’è tanta concorrenza per vincere lo Scudetto. Ci sono squadre che non mi aspettavo. Un po’ di tempo fa avrei detto verso l’alto, ora posso dire verso il basso. Mi viene da pensare che Atalanta e Juventus mancano alla lotta per lo Scudetto, mentre al di sotto ci sono squadre come Verona o Spezia che pensavo avrebbero lottato per la salvezza. Alcune squadre non hanno mantenuto le aspettative. Ora le squadre medio alte vanno a togliere punti alle big”.
Il campionato del Napoli
“L’errore del portiere è stato psicologicamente duro, ha tolto ogni sogno. Ha tolto punti, che arrivati alla fine del campionato sono pesanti. Quando ti capita un evento negativo alla fine del campionato non rimane più nulla da raschiare dal barile”.
Si può allenare l’aspetto del gruppo, come nel Milan?
“Certo che si può. Può farlo l’allenatore e l’ha fatto Pioli. Il Milan oggi va a prendere gli avversari, pressa alto, costruisce lui la partita. Per il sacrificio che fanno in campo i rossoneri sono incomparabili e i giocatori ci credono”.
Il calcio moderno prevederà sempre meno proprietari singoli delle squadre e più fondi?
“Io credo che ci siano sempre meno persone che singolarmente vogliano entrare da sole nel mondo del calcio. Ormai è un mondo che economicamente è molto molto dispendioso”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Beppe Dossena, Campione del mondo 1982 ed ex calciataore di Torino e Sampdoria. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Juric incarna lo spirito Torino?
“Lo spirito è quello che dovrebbe avere e mettere a disposizione ogni persona nelle squadre di ogni club. A Torino c’è uno spirito particolare da sempre, da quella tragedia. Quello è lo spirito di una squadra che ha passato un lutto tremendo; è stata amata ed è stata la seconda squadra di molti dopo il tragico evento. Sono cresciuto nel settore giovanile granata dove si insegnavano molte cose, ed il fatto di allenarci assieme alla prima squadra ha permesso un passaggio generazionale fondamentale”.
Sul futuro di Belotti
“Non ha trovato finora un accordo con Cairo e mi sembra difficile che possa trovarlo prossimamente. Belotti è un attaccante di una generosità mostruosa, a volte anche troppa. Non sarà un problema trovargli una collocazione. Penso che stia valutando le offerte per scegliere la squadra migliore in cui andare. Qualche anno fa poteva entrare tra gli attaccanti più grandi, ma l’impressione che ho è che la sua troppa generosità gli abbia condizionato un po’ la carriera assieme ai suoi infortuni”.
Sulla Sampdoria
“Quest’anno è quello più difficile. Ci vuole una strategia, ci vogliono mercato e soldi. Quando viene a mancare un obiettivo ti viene difficile fare bene sul campo, perché è tutto in funzione per sopravvivere. Genova è la piazza ideale per questo, perché è sempre stata ambiziosa ma, allo stesso tempo, tranquilla. Inoltre, non credo faticheranno a trovare un fondo disposto ad investire sulla Samp, ormai i grandi colossi vanno a caccia di queste situazioni”.
Credi che il futuro del calcio veda sempre meno presidenti alla De Laurentiis e Moratti?
“La specie dei vari De Laurentiis e Moratti andrà ad estinguersi. Singole persone, anche mecenati, non possono gestire la concorrenza di grandi cordate. Ben vengano i fondi, a patto che si conosca la provenienza del denaro con tutte le barriere di sicurezza e serenità che deve avere chi acquista un club. Bisogna fare attenzione ai fondi stranieri, perché non si ha mai un punto di riferimento vicino, non si riesce a chiedere conto a nessuno, non c’è un campanello dove bussare”.
Cosa ci vuole per vincere un campionato? Cos’è mancato al Napoli, a differenza della tua Samp?
“Ci vuole chi sappia scegliere bene i giocatori. Bisogna spendere un sacco di tempo ed energie per fare lo screening di chi entra in un club. Questo è quello che ha fatto Mantovani ai miei tempi. Discorso da allargare anche all’allenatore, ma sono sempre i giocatori che possono portarti a determinati traguardi. Se devo prendere un giocatore, personalmente vorrei leggere tutte le dichiarazioni rilasciate dallo stesso e dal suo Entourage, così ho il quadro più chiaro di chi sia”.
Al Napoli questo è mancato?
“Questo non lo so. So solo che questo è ciò che attende i manager futuri di una squadra di calcio. È il club che prima di tutto deve curare i dettagli. Qualcosa ovviamente può scappare. Ma poi siamo sicuri che durante la stagione i club siano in grado di proteggere gli investimenti che hanno fatto? Al Napoli ho apprezzato che De Laurentiis sia andato dai giocatori per una settimana. Ma perché non succede tutte le settimane? Perché non l’ha fatto quando l’obiettivo scudetto era ancora raggiungibile? Ovviamente i giocatori hanno bisogno dei loro spazi, ma un presidente solo così può intervenire per evitare guai. La sfida nei club sarà quella di controllare le varie dinamiche dei giocatori”.

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto David Di Michele, ex calciatore di Torino e Salernitana. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di calcioinpillole.com.

Quanto fa male vedere società storiche come Chievo e Catania fallire?
“Fa sempre male, perché ci sono squadre che hanno fatto la storia, come il Chievo, che dalla loro piccola realtà sono approdati in Serie A. Dispiace perché sono piazze importanti che rimangono senza calcio”.
Sulla corsa salvezza della Salernitana
“Fino a un mese fa pensavamo che le percentuali fossero bassissime, ed oggi si sono alzate tantissimo. Vedi contro l’Atalanta: ieri ho visto una Salernitana in grande spolvero fisico e di gioco. Mi è dispiaciuto per il gol subito nel finale, ma penso che Nicola abbia messo bene in preventivo un pareggio a Bergamo, ed è chiaramente in linea con l’obiettivo”.
Chi ti sta impressionando nella Salernitana?
“Djuric più di tutti. Fa delle gran prestazioni là davanti. Anche ieri quando è uscito la squadra un po’ ha perso, lui è un punto di riferimento. Penso che sia lui, insieme ad Ederson e Mazzocchi, il giocatore che sta facendo meglio”.
Su Davide Nicola
“Nicola è un allenatore sanguigno, vive sulle emozioni. A Salerno di emozioni ce ne sono tante, e lui le sta restituendo. Avendoci giocato so cosa vuol dire essere spinti da quella piazza. Con la Fiorentina avete visto? Viola impaurita dal ritmo dei ragazzi dell’Arechi. Il pubblico è il dodicesimo uomo”.
Nel Napoli c’è questa foga agonistica?
“Conoscendo Spalletti posso dire che lui ce l’ha la cattiveria agonistica. A Napoli quando perdi una partita diventa un funerale anche per la stessa società. Si cerca sempre il caos invece di lavare i panni sporchi in casa, andando a destabilizzare l’ambiente con dichiarazioni pubbliche.
Questo non succede a Salerno. Se si sbaglia si cerca di tirarsi fuori dalla situazione. Il Napoli non è più debole del Milan o della Juventus, solo dell’Inter. Spalletti inoltre è un grande allenatore”.
Come avrà reagito Spalletti dopo gli errori individuali contro l’Empoli?
“Si sarà innervosito, ma non penso che sia andato dagli autori dei due errori per dargli le colpe. Negli ultimi anni è cambiato tanto e non avrà di certo messo il dito nella piaga. Avrà tutelato i giocatori che hanno commesso quei disastri in campo”.
Osimhen vale 100 milioni di euro?
“Sta dimostrando che i soldi spesi sono stati investiti bene. Ora sta venendo fuori alla grande. Deve migliorare tanto, Spalletti e lo stesso calciatore lo sanno. Oggi ha dimostrato che quei 70/80 milioni sono stati spesi bene. Quindi penso che 100 milioni, ad oggi, possa valerli”.

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