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EDITORIALE – Bilancio tecnico di fine mercato: dubbi sul portiere e su alcune collocazioni tattiche.

Mercato finito, non mi interessa dare voti o piangere per giocatori che hanno voluto andare via da Napoli.
Più interessante valutare l’utilità e la qualità degli arrivi, al di là dei pure lodevoli “risparmi” economici.
Partiamo!
DIFESA:
Il neo della fase difensiva non è per me la liberazione di Koulibaly, ma la gestione della questione portiere. In particolare, non giudico negativa l’accoppiata Meret – Sirigu, ma contesto il fatto che a questa coppia abbia dimostrato di non crederci nemmeno la società! Se tratti Kepa e Keylor Navas per tutto il mercato, dimostri di non fidarti di Meret, che è già portiere di scarsa personalità e in questo modo parte con un handicap ulteriore. A tal proposito, va notato come ogni volta che il Napoli sia corso dietro ai nomi altisonanti, Keylor ma pure Dybala o Ronaldo (per rimanere a questa sessione di mercato), abbia fallito non solo nella riuscita, ma anche nell’intenzione: non è quella la strada che può e deve percorrere il Napoli!
Per quanto riguarda la difesa in senso stretto, Kim, Olivera ed Ostigard mi sembrano tutti innesti validi che, se opportunamente allenati, possono indurre una progressiva crescita del reparto.
CENTROCAMPO:
Era il reparto che necessitava di minori modifiche, ma lo scontento Fabiàn ha scombussolato le carte in tavola. Qui è avvenuta la sostituzione meno azzeccata del mercato, a mio avviso. Ndombele non c’entra nulla con Fabiàn. Sono due giocatori dalle caratteristiche totalmente differenti. Sinceramente non mi è chiaro l’idea tattica con cui è stato preso e, dalla prima partita, ho capito che l’idea non ce l’ha nemmeno Spalletti, che lo ha schierato a fianco di Anguissa in un centrocampo a due senza qualità nell’impostazione e tempi di gioco.
Speriamo che con il crescere della sua condizione atletica riesca a farsi valere almeno come mezz’ala di inserimento. Ma preoccupa il fatto che sono pure tre anni che ci si aspetta una sua crescita.
ATTACCO:
Kvaratskhelia è forte e ha grandi potenzialità, ma il suo inizio a marce alte ha mascherato il fatto che non è Geoege Best, non può risolvere da solo tutti i problemi offensivi del Napoli e che comunque ha bisogno di tempo per adattarsi.
Il Cholito Simeone al posto del buon Petagnone può risultare il più grosso upgrade della rosa, se Spalletti non lo lascerà marcire in panchina.
Raspadori, invece, è un grosso punto interrogativo. Il giocatore è bravo, e si sa, però non è chiaro il motivo di una spesa così importante per un giocatore che non trova collocazione tattica all’interno del 4-3-3 provato tutta l’estate e che rischia di essere solo un panchinaro di lusso.
Il mio giudizio sul mercato rimane dunque sospeso, come giusto che sia, e vincolato al modo in cui l’allenatore saprà sfruttare i nuovi innesti.
Il dubbio e la domanda che aleggia alla base di tutto il discorso è: gli acquisti sono stati fatti in armonia con le idee tecnico-tattiche del mister? E ancora, l’allenatore avrà le capacità di trarre il massimo dalle caratteristiche della rosa a disposizione?
Aspettiamo e vediamo.
Eduardo Letizia
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