Il VAR e l’illusione dell’infallibilità

Il rigore concesso al Milan contro la Fiorentina, giudicato da molti inesistente, è l’ennesima prova che anche la tecnologia, quando entra nel cuore dello sport, può sbagliare. Il VAR era nato per eliminare gli errori più gravi, per garantire giustizia ed equità. Ma oggi, troppo spesso, finisce per trasformarsi in un giudice invadente, che spezza il ritmo delle partite e alimenta nuove polemiche invece di placarle.

L’errore umano è parte integrante del calcio: lo rende imperfetto, ma anche vivo, umano, appassionante. Quando la moviola diventa un tribunale, quando ogni contatto viene sezionato al millimetro, il gioco perde la sua essenza.

Forse è arrivato il momento di tornare allo spirito originario della tecnologia in campo: il VAR intervenga solo nei casi chiari, evidenti, inconfutabili. Non può e non deve essere lo strumento che decide le partite per interpretazioni soggettive travestite da “oggettività scientifica”.

Perché se continuiamo così, non stiamo solo discutendo di un rigore dubbio. Stiamo rischiando di ammazzare, lentamente, lo sport più bello del mondo.

di Vincenzo Letizia

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