BRASILE 2014

Gli azzurri danno i numeri…di maglia

Marco Verratti ha spiegato come è avvenuta la scelta dei numeri: «I grandi dello spogliatoio si sono scelti i propri e gli altri, tra cui io, ci siamo divisi le rimanenze». Numeri che passione, tutti in fila dall’1 di Buffon al 23 finito proprio sulle spalle di Verratti, e qui in filigrana si potrebbe intravedere dell’umiltà: il regista del Psg, sotto traccia sospettato di essere un po’ presuntuoso, si è preso il numero dell’ultimo convocato, quasi a sottolineare «non temete, sono consapevole di essere qui per il rotto della cuffia». I big avranno sulle spalle le solite insegne, per esempio chi oserebbe mai sfilare il 21 dalla schiena di Pirlo? Cassano 10 e Balotelli 9 erano scontati. SuperMario ha postato su twitter la foto della maglia con la scritta «Dream» al posto del cognome e ha commentato: «Non era e non sarà soltanto un sogno». Parolo ha ereditato il 18 di Montolivo, mentre Insigne si è aggiudicato il 22 che sarebbe stato di Rossi, se Pepito non fosse stato escluso. Immobile ha sfidato la sfortuna e si è infilato il 17, che nella smorfia napoletana indica «la disgrazia», ma attenzione, esistono delle correnti di pensiero per cui il 17  porta bene. Sirigu si è messo in borsa il 12, classica «mostrina» del secondo portiere, e Perin ha optato per il 13, insolito per un estremo difensore. Agli over quaranta fa un po’ impressione il 20 di Paletta, perché il 20 appartenne a Paolo Rossi nel mitico Mondiale di Spagna ’82. Da Pablito a Paletta…Speriamo bene.

La Gazzetta dello Sport

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