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L’Ambasciatore Trombetta: “Insigne, orgoglio napoletano”

Inaugurerà stasera Casa Azzurri a Mangaratiba. L’ambasciatore d’Italia in Brasile, Raffaele Trombetta, 54anni ,napoletano di piazza Carlo III,da un anno e mezzo alla guida della diplomazia italiana a Brasilia, darà la sua personale carica a Prandelli e alla squadra alla vigilia dell’esordio Mondiale.«Resterò a Mangaratiba due giorni e poi seguirò Italia-Inghilterra. Incontrai gli azzurri l’anno scorso per la Confederations Cup,Maggio volle regalarmi la sua maglietta autografata, peccato che non ci sia anche lui tra i convocati».

Ci sarà però Insigne,un motivo d’orgoglio per lei napoletano e tifoso del Napoli…«Certo. Sono orgoglioso innanzitutto per il fatto che l’Italia sia qui e lo sono ancora di più perché un napoletano del Napoli come Insigne fa parte della Nazionale.E sono contento che la pattuglia del Napoli sia tra le più numerose ai Mondiali in Brasile».

Tante iniziative dell’ambasciata italiana in Brasile, l’ultima«Italiana Coppa»...«Il nostro intento è presentare un’immagine quanto più moderna possibile della cultura italiana e sono stati già numerosi gli eventi, tra i quali i concerti di Fiorella Mannoia a SanPaolo e a Bahia Salvadore quello di Mario Biondi a Brasilia. Al Teatro dell’Opera di Manaus il giorno prima di Italia-Inghilterra abbiamo organizzato un evento musicale con un gruppo creato per l’occasione: un ensemble composto da un sestetto Stradivari proveniente dall’accademia di Santa Cecilia di Roma e musicisti messi a disposizione dalla Fondazione del Teatro San Carlo di Napoli.Allo stesso tempo cerchiamo di presentare il meglio della nostra industria con seminari sulla tecnologia italiana,mostre sul design industriale o sulla moda».

Parte il Mondiale,c’è preoccupazione per l’ordine pubblico: ha paura che possano verificarsi incidenti?«Si avverte un po’ di preoccupazione.I manifestanti in larghissima maggioranza hanno intenzioni pacifiche ma quando nel gruppo s’inseriscono violenti possono far degenerare la situazione.Le forme di protesta sono un segnale di maturità del paese, c’è una classe media che cresce ed è giusto tenere distinte le due sfere, quella del calcio e delle aspirazioni sociali del popolo.Però non bisogna mai sfociare in violenza».

L’Italia in Brasile,che Mondiale sarà?«Non c’è nessun altro posto dove il Mondiale dell’Italia possa essere vissuto con tanta partecipazione: ci sono circa 30 milioni di brasiliani con discendenza italiana, 410 mila sono gli italiani con passaporto.Sono convinto che molti brasiliani in cuor loro si schiereranno con l’Italia»

L’Italia diPrandelli è partita tra le polemiche e ha deluso nelle ultime due amichevoli: lei è fiducioso?«Innanzitutto bisogna superare il gruppo eliminatorio,uno dei più duri, l’Inghilterra non la sottovaluterei perché alcuni giovani sono pericolosi,l’Uruguay è  forte e Costarica può essere una sorpresa.Se riusciamo a superare l’ostacolo,nei quarti troveremo presumibilmente Brasile o Spagna e se dovessimo passare ancora potremmo arrivare dovunque».

Giusto portare Cassano?«Contro il Lussemburgo quando è entrato ha acceso la squadra,spero sia solo un antipasto di quello che può accadere in Brasile»

Il Napoli, realtà sempre più internazionale: è seguito anche in Brasile?«Sì,molto.Brasiliani come Careca e Alemao hanno giocato in maglia azzurra, la squadra è ammirata dai commentatori di calcio in tv».

Con il progetto De Laurentiis e con Benitez in panchina, lei crede nello scudetto?«Da buon napoletano scaramanticamente preferirei non parlarne, la squadra ha fatto un ottimo campionato e mi aspetto che si rafforzi come del resto la società vuole fare.E spero che si qualifichi per la Champions e vada avanti: il Napoli e tutte le squadre italiane possono dare solo così visibilità al nostro calcio fuori dai nostri confini».

Il Mattino

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