BRASILE 2014

L’analisi di Benitez delle partite dei quarti di finale

Nonostante l’equilibrio della competizione, i tanti epiloghi ai supplementari, i calci di rigore, le squadre rivelazione e le molteplici sensazioni che ci ha lasciato il torneo, alla fine, quanttro delle selezioni, giudicate favorite, si disputeranno le due semifinali del Mondiale di Brasile 2014. Brasile-Germania e Olanda-Argentina, sono gli accoppiamenti dopo la conclusione dei quarti di finale. Due squadre europee e due sudamericane, le une di fronte alle altre. Il resto non conta quasi nulla, in confronto all’importanza di una competizione del genere. Adesso vediamo come siamo arrivati a queste punto.

Basta un gol alla Germania

La Germania é stata la prima a timbrare il passaporto per le semifinale di questi mondiali, battendo di misura la Francia in un duello tutto europeo. É bastato il gol di Hummels a regalare questa gioia ai tedeschi per una vottoria di misura! La Germania, grande sorpresa di questo Mondiale, adesso é una delle favorite alla vittoria finale.

Così come sembra ormai cosa abituale, la partita non ha ritmi elevati, come la maggior parte dei match disputatisi nel pomeriggio. Nonostante ciò, mi è sembrato che la circolazione di palla fosse più veloce rispetto alle partite precedenti. Entrambe le squadre tentavano di imporre il proprio gioco, con maggior successo da parte della Germania, che basandosi su un 1-4-2-3-1, impostava la propria manovra tra le linee, dalla parte di Cabaye, oppure con frequenti cambi di gioco sulla destra alle spalle di Debuchy. La Francia si schierava con un 1-4-3-3, con Griezmann sulla sinistra come opzione più offensiva, perchè quest’ultimo cercava di sfruttare lo spazio alle spalle di Lahm e bisogna dire,che quasi tutte le azioni più pericolose della Francia, che non sono state in verità poi molte, sono arrivate proprio da quella zona. Forse, la più nitida è stata proprio con Griezmann lanciatosi alle spalle della difesa avversaria, però questa volta sulla destra, quando si era scambiato di posizione con il suo compagno Valbuena.

La Germania sembra più solida, con il chiaro scopo di girare velocemente la palla e cercare Müller, a cui Evra concede molto spazio, oppure Kroos, Özil, anche Khedira tra le linee, per poi trovare un varco per la conclusione. Dal punto di vista difensivo, ripiegando, Klose infastidiva Cabaye, in modo da non lasciargli ricevere palla da dietro, costringendo i centrali difensivi ad impostare l’azione. Sugli sviluppi di una rimessa laterale, Hummels sovrasta fisicamente Varane e deposita in fondo al sacco il pallone decisivo, siglando l’unico gol del match.

La nazionale Francese deve reagire trovandosi da questo momento in svantaggio nel risultato. Sembra avere una carta da giocare a suo favore: il punto debole dei tedeschi era alle spalle della sua difesa, sempre leggermente avanzata, anche se Neuer, come abbiamo già avuto modo di notare durante il torneo, è sempre molto attento a questo tipo di giocate.

Nel Secondo tempo la Francia continua a cercare con determinazione la porta avversaria, ma la Germania è molto attenta in difesa. I francesi insistono cercando lo spazio alle spalle di Lahm dando vita a qualche azione pericolosa, ma gli avversari continuano a tenere saldamente la partita nelle loro mani rendendosi anche sporadicamente minacciosi. Al 68′ minuto, entra Schürrle per Klose e l’attacco tedesco ne guadagna sin da subito in velocità. Deschamps deve cambiare qualcosa e getta nella mischia, prima Koscielny per Sakho, e subito dopo Remy per Cabaye, cercando qualche altra soluzione in attacco.

Müller continua a rappresentare una minaccia per la retroguardia avversaria, occupando la posizione di centravanti dopo l’ingresso di Schürrle, che ha preso posizione sulla destra. Però, come non poteva non essere, aumenta il forcing della squadra francese. Proliferano le azioni pericolose e nella stessa azione, i ‘galletti’ arrivano due volte minacciosamente al tiro chiamando in causa Neuer e facendo capire che la partita è tutt’altro che conclusa.

Remy si è allargato sulla destra, Valbuena si muove con più libertà in ogni parte del campo, e lo stesso fa Griezmann, mentre Pogbà svolge il ruolo di mediano. Tutto ciò però non impensierisce più di tanto i tedeschi, che al minuto 82, confezionano una limpidissima azione da gol tramite una veloce ripartenza che Schürrle non riesce a concretizzare. Ancora sostituzioni. Dentro Götze per Özil (83’min.) e un minuto dopo Valbuena lascia il posto a Giroud. Non resta molto tempo e bisogna dare fondo a tutte opzioni.

Schürrle prova ancora a rendersi pericoloso sugli sviluppi di un contropiede lanciato da Müller. La Germania dimostra di essere ancora presente e di avere in mano il passaporto per le semifinali. Fanno un ultimo cambio e Kramer prende il posto di Kroos, strappano calci di punizione agli ansiosi avversari, e tutto sembra concluso quando Lloris rischia di perdere un pallone che sarebbe risultato fatale. Però, nell’azione successiva, Benzema ha tra i suoi piedi una clamorosa occasione che Neuer sventa prontamente portando la sua nazionale a raggiungere il suo obiettivo, arrivare alla semifinale della Coppa del Mondo di Brasile 2014.

Brasile di misura

Anche il Brasile ha dovuto soffrire per sbarazzarsi della Colombia. Nonostante sia passato subito in vantaggio ed aver anche raddoppiato in seguito, un rigore trasformato da James Rodriguez ha riacceso improvvisamente la partita. Alla fine, però, il Brasile ha saputo resistere fino alla fine e conquistare una semifinale che ha mandato in visibilio la sua straordinaria tifoseria.

La partita comincia a ritmi molto elevati. Non poteva essere altrimenti visto l’ambiante sugli spalti e l’importanza del match. Già abbiamo parlato dell’influenza dell’orario e di ciò che significa ogni partita per la tifoseria brasiliana, però dobbiamo evidenziare che le statistiche della FIFA, testimoniano che i metri percorsi da entrambe le squadre sono stati di numero maggiore in Francia-Germania che in Brasile-Colombia. Ovviamente, questi dati, non misurano con quanta intensità e velocità siano state percorse queste distanze. Non indicano nemmeno che c’è stato un maggior numero di passaggi nella sfida tra le europee, che nel match tra le sudamericane. Un dato che infastidisce la Colombia, è che ci sono stati molti più falli nella seconda sfida, che adesso commentiamo, che nella precedente: 53 a dispetto dei 33 della prima sfida. Tutto ciò, può aver influito sull’andamento del match? Per i colombiani sicuramente, anche se i brasiliani non saranno dello stesso avviso. Dato curioso da aggiungere: il gol di questi primi due quarti di finale, sono stati siglati tutti su calcio piazzato, due di questi su calci di punizione.

Passando alla cronaca della partita, il gol nei primi minuti di Thiago Silva, che insacca un pallone arrivatogli sul secondo palo sugli sviluppi di un corner portando in vantaggio la sua squadra, ha avuto un’influenza assolutamente decisiva per il proseguo dell’incontro. Se la partita era cominciata con molta intensità, il vantaggio brasiliano ha alzato ancora più il ritmo dell’incontro.

La cosa più rimarcabile del primo tempo, possiamo dire senza ombra di dubbio, che non è stata la strategia tattica, ma la passione, l’impeto, l’aggressività di entrambe le squadre, soprattutto del Brasile, che ha fatto molta attenzione nei confronti di James Rodriguez, controllato a vista d’occhio in ogni istante dalla coppia di centrocampisti Paulinho e Fernandinho. Per me, è stata la mossa tattica più importante, che ha limitato le possibilità della Colombia di esprimere il suo calcio.

Dal punto di vista del gioco, possiamo evidenziare alcune occasioni per il Brasile capitate sui piedi di Hulk al 20’min e al 27’min. Da sottolineare anche un pericoloso contropiede colombiano sviluppatosi prima in un quattro contro due e poi in un tre contro uno, dopo che David Luiz tentava invano di strappare il pallone a James Rodriguez. Un’occasione che i colombiani sciupano scegliendo l’opzione meno opportuna. Invece di puntare l’unico difensore brasiliano, l’attaccante in possesso di palla anticipa la giocata cercando uno dei suoi due compagni che tra le altre cose non si erano tenuti dietro la linea della palla, finendo in posizione di fuorigioco. L’azione svanisce perché il difensore riesce ad intercettare il pallone e sventare la minaccia.

Il primo tempo ha poco altro da raccontare. Solo un’opportunità con un lancio per Neymar che si fa trovare di poco in fuorigioco e tanta ansia e intensità, con il Brasile che cerca di imporsi fisicamente in fase difensiva e a centrocampo, non disdegnando qualche giocata di qualità in attacco.

Il secondo tempo si dimostra tanto complicato per l’arbitro quanto il primo. Troppi interventi fallosi, molta tensione e troppo nervosismo da parte di alcuni giocatori che non rendono la vita facile a chi deve prendere le decisioni. Il fallo di Thiago Silva ai danni del portiere colombiano che gli è costato il cartellino giallo e la conseguente squalifica per la prossima gara, è la palese dimostrazione dell’impegno che i giocatori hanno messo in quest’incontro senza pensare troppo agli impegni successivi concentrandosi esclusivamente al raggiungimento della vittoria.

Il gran gol di David Luiz, ottimo acquisto del PSG, mette il brasile in posizione di grande vantaggio, forza i cambi della Colombia, ed anche la sua reazione tramite l’ingresso in campo di Bacca. La sua velocità nei pressi dell’area di rigore avversaria, crea non pochi problemi alla retroguardia brasiliana e servito splendidamente da James Rodriguez, viene steso in piena area da Julio Cesar, portiere brasiliano, che spinge l’arbitro a decretare il calcio di rigore. L’attuale capocannoniere del torneo, James Rodriguez, trasforma e a riaccende la partita nei minuti finali.

Più pressione, più passione e più responsabilità, meno tattica, con sostituzioni da parte di entrambi gli allenatori e il Brasile che gestisce il gioco fino alla fine del match.
Come nota negativa, da evidenziare l’infortunio di Neymar, che lo costringe ad abbandonare il Mondiale. Una gravissima perdita per la sua squadra che ci garantisce almeno un’altra partita carica di tensione, ansia e ed emozione che bloccherà nuovamente un intero paese.

L’Argentina continua il suo cammino

Altra partita nel pomeriggio e nuovamente ho avuto la sensazione che il ritmo fosse più basso rispetto agli incontri in notturna. Si è notato fin dall’inizio della partita, l’orario, il caldo, lo stile di gioco… , la realtà è che la palla e i giocatori non si muovevano con la velocità delle partite notturne.

Il Belgio ha effettuato qualche cambio come quello di Mirallas per Mertens, e l’Argentina, per sua parte, cambia due difensori e un mediano. Inoltre gioca con Lavezzi sulla sinistra e Messi libero di svariare dietro Higuaìn. Anche se con una diversa interpretazione del modulo possiamo comunque dire che sono scesi in campo disegnando più o meno un 1-4-2-3-1.

Witsel non era pressato da Messi quando era in possesso palla, mentre Fellaini avanzava in cerca di Mascherano quando l’Argentina era in possesso palla, lasciando un buco alle sue spalle di cui tentavano di approfittare gli attaccanti bianco-celesti. Messi si muove nella sua posizione e Fellaini si lanciava in area quando poteva, lasciando occupare a De Bruyne la sua posizione a centrocampo.

All’ottavo minuto, gran goal del nostro Gonzalo Higuaìn, che insacca di prima un pallone respinto da un difensore. Da questo momento la squadra sudamericana sembra avere sufficientemente la partita sotto controllo, mentre il Belgio sembrava completamente un’altra squadra rispetto alle partite precedenti. Solo qualche azione individuale e qualche cross per Fellaini, cercando di sfruttare il suo talento nel gioco aereo e poco altro che merita menzione.

Di Maria, il giocatore più brillante nei primi minuti, si infortuna (min. 29) ed è costretto ad abbandonare il campo (min 33), lasciando il posto ad Enzo Pèrez, che andrà ad occupare la sua posizione. Non cambia nulla tranne che rimaniamo orfani delle scorribande in velocità di Di Maria che hanno sempre apportato grande pericolo. Un calcio di punizione in posizione centrale, calciato fuori da Messi e poco altro da segnalare prima della conclusione del primo tempo.

Sorprendentemente, il Belgio inizia il secondo tempo senza l’intensità che ci si aspettava. Solo dopo i cambi, con l’ingresso di Lukaku e Mertens, si è visto qualcosa in più sia dal punto di vista dell’energia che della velocità nelle giocate offensive, però questi commettevano frequentemente l’errore di cercare insistentemente il cross per i saltatori (Lukaku e, soprattutto, Fellaini), il che condizionava la Nazionale Belga e allontanava il loro gioco da quello che lo aveva contraddistinto fino ad ora, cioè la velocità di manovra la profondità delle loro azioni e la costante sensazione di pericolo.

L’Argentina controlla il gioco e aspetta semplicemente una giocata per concludere l’incontro. Dopo un contropiede partito da un calcio d’angolo contro, il Belgio perde la palla ed è di nuovo Gonzalo Higuaìn a ripartire sfiorando il due a zero, con un tiro che bacia la traversa e termina sul fondo.

Giunti ai cinque minuti finali, il Belgio opta per i lanci lunghi verso le punte. Anche Van Buyten si va a posizionare come centravanti e tutti sono pronti a sfruttare qualche respinta difensiva. Tutto ciò produce situazioni di grande confusione, un corner pericoloso a causa di un’errata marcatura della difesa argentina e alcuni fuorigioco millimetrici. Regna la confusione e con la squadra belga lanciata all’attacco, Messi ha l’opportunità di chiudere il match trovandosi da solo d’avanti al portiere ma Courtois, conoscendo bene Leo respinge il pallone con cui quest’ultimo cerca di scavalcarlo. Visto che il calcio è strano, solo un minuto dopo, Mertens, invece di passare la palla in avanti preferisce un passaggio filtrante per Lukaku, sprecando un occasione molto pericolosa che avrebbe potuto impensierire Romero e che, probabilmente, avrebbe potuto cambiare tutto quello che stiamo commentando in questo momento.

Così non è stato e alla fine, l’Argentina si qualifica per le semifinali dopo tanti anni (1990) ed il Belgio che torna a casa per aver rinunciato a ciò che lo ha portato fino a qui, il suo calcio divertente e sempre offensivo.

Olanda, ai calci di rigore

La nazionale di Vaan Gaal, disputerà una delle semifinali del Mondiale brasiliano del 2014, dopo essersi imposto ai danni della Costa Rica, infrangendo i sogni di gloria dei sudamericani in un match che ha avuto bisogno dei tempi supplementari dopo il pareggio a reti bianche nei tempi regolamentari, e che si è conclusi ai calci di rigore. Sicuramente è stata decisiva in questo senso, la decisione del tecnico olandese di sostituire il portiere al termine dei supplementari. La prestazione di Krul è risultata essere indiscutibilmente determinante.

Adesso, andiamo ad analizzare i moduli tattici utilizzati dalle due contendenti. Credo abbiamo utilizzato principalmente lo stesso 1-5-4-1, che poteva prendere le sembianze di un 1-3-4-3 a seconda chi chi avesse il possesso della palla. Ad esempio, se avanzi gli esterni di centrocampo in fase di possesso, e fai lo stesso con gli esterni difensivi, proprio come faceva l’Olanda, il modulo si trasforma in un 1-3-4-3. Logicamente avendo più possesso palla rispetto al tuo avversario, stai giocando con questo sistema e il tuo rivale sta facendo lo stesso, ma interpretandolo più difensivamente.

Inoltre , producendosi molte marcature strette, dato il modo di interpretarle dell’Olanda, il match rimane bloccato, sbloccandosi solo quando un giocatore pressato, commette qualche errore e permette qualche pericolosa ripartenza. Questo è quanto accaduto, almeno nella prima parte della partita di cui ci stiamo occupando. Le occasioni più nitide per gli Olandesi sono arrivate tramite contropiedi che coglievano i tre centrali difensivi avversari leggermente avanzati. Quando la Costa Rica ha avuto il tempo di ripiegare, però, gli olandesi a stento riuscivano ad arrivare al limite della loro area, facendo una rapida circolazione di palla da una fascia all’altra senza trovare un varco per la verticalizzazione finale.
Da segnalare, solo un bel calcio di punizione del solito Sneijder è poco più, prima dell’intervallo.

Nella ripresa, la Costa Rica incomincia ad alzare il suo baricentro , pressando la difesa olandese e non permettendogli di impostare il gioco dalle retrovie. Il copione è pressocchè lo stesso dei primi quarantacinque minuti, con più impegno e convinzione da parte dei costaricensi e la stessa sensazione che bisognasse aspettare un errore individuale, di qualsiasi delle due squadre, oppure un calcio piazzato, perchè cambiasse qualcosa.

Van Gaal, comunque, decide di sostituire Depay per fare posto a Lens con il chiaro intento di approfittare della sua velocità con lanci a scavalcare la difesa avversaria. Un altro calcio di punizione di Sneijder che si stampa sul palo (min. 83’) e un tiro di Van Persie sventato da Keylor Navas, che dimostra ancora una volta di essere un ottimo portiere, rappresentano alcune delle azioni più pericolose del secondo tempo.  Van Persie, non riesce ad impattare il pallone da posizione molto favorevole ed un salvataggio sulla linea di porta di un difensore costaricense che scaraventa la palla sulla traversa, animano i minuti finali di questa partita che, una volta ancora in questo Mondiale, termina ai supplementari. L’Olanda sembra favorita, avendo dominato la parte finale dei tempi regolamentari.

Gli ‘Orange’ continuano a spingere, facendo circolare la palla con dimestichezza, ma continuano ad incontrare molte difficoltà nel trovare il varco giusto tra le maglie dell’ordinata difesa costaricense. I centroamericani, appena possono, cercano di ripartire in contropiede. Si arriva così al secondo tempo supplementare ma continua lo stesso copione con la Costa Rica che però comincia a prendere coraggio. Bolaños spaventa la difesa avversaria e da questo momento regna la più completa incertezza su quale delle due squadre possa avere definitivamente la meglio. Ureña scaglia un gran tiro e Cillessen salva l’Olanda con un grande intervento, mentre i minuti scorrono carichi d’ansia per entrambe le squadre. Tiro sulla traversa di Sneijder e contropiede della Costa Rica che Ureña non può concludere perchè stramazza al suolo. A completamento di questo emozionante finale, Van Gaal decide di sostituire il suo portiere, gettando nella mischia Krul al posto di Cilessen. Decisione rischiosa, però nessuno potrà mai sapere come sarebbe finita senza questa sostituzione. Il secondo portiere para due rigori e indovina cinque volta su cinque l’angolo dove hanno deciso di calciare i centroamericani.

L’Olanda, invece, trasforma i quattro tiri dal dischetto necessari per il passaggio del turno. La partita è terminata con la qualificazione degli olandesi dopo un quarto di finale molto intenso. Il risultato finale dà ragione a Van Gaal ed anche a Krul. Entrambi saranno ricordati come gli eroi di questa partita e i prossimi impegni, ci faranno capire l’importanza e la trascendenza di quest’insolita decisione.

Ora ci aspettano due semifinali in cui le due europee affronteranno le due sudamericane e dalle quali usciranno le due grandi finaliste di questa edizione del Campionato del Mondo di calcio che si sta disputando in Brasile. Se vorrete, saremo qui a raccontarle e commentarle in vostra compagnia.

Fonte: rafabenitez.com

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