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Hamsik festeggia le 250 in A. Ma dov’è finito quello vero?

L’emozione l’assalirà, per pochi minuti: il tempo necessario per realizzare che stasera, contro il Palermo, festeggerà 250 partite in Serie A, nove anni dopo l’esordio in Chievo-Brescia (3-1), il 20 marzo dell’2005. Resta quella l’unica presenza con il club bresciano, le altre 249 le ha sommate con la maglietta del Napoli. Poco meno di 10 anni, dunque, e la storia di Marek Hamsik racconta di un talento emerso soltanto in parte, di un ragazzo riservato, che divide il suo tempo tra l’attività professionale e la famiglia. Una persona perbene, per intenderci, che vive lontano dal clamore della città, preferendo la solitudine di Castelvolturno alla mondanità napoletana.
Uomo mercato Napoli lo ha adottato, da queste parti sono nati i suoi due figli e non perde mai occasione per ricordarlo. Ed è qui che è cominciata la sua crescita, graduale ma intensa, tanto che i maggiori club europei l’avrebbero ingaggiato volentieri fino a qualche anno fa. Il Chelsea, per esempio, sarebbe stato disposto a un sacrificio economico notevole se solo ci fosse stato l’ok di De Laurentiis. Ma nemmeno davanti a un’offerta di 35 milioni il presidente ha voluto cedere. L’avrebbe voluto il Milan, tre anni fa, ma da Castelvolturno arrivò un no categorico, nonostante il giocatore avesse dichiarato che non avrebbe disdegnato l’eventuale nuova esperienza.
Involuzione Quel talento che l’ha fatto conoscere a mezzo mondo, in ogni modo, s’è perso: da due anni Marek Hamsik non sa più essere determinante, le qualità tecniche faticano ad emergere. Un’involuzione che è oggetto di studio da parte della critica: si discute la questione tattica e la posizione in campo, per esempio, oppure l’aspetto caratteriale. Insomma, l’unico dato certo è che il centrocampista slovacco non riesce più a garantire quella differenza che ha fatto grande prima il Napoli di Reja e poi quello di Mazzarri. Lui, insieme a Cavani e Lavezzi, ha saputo esaltare il San Paolo, ha riportato il club in Europa fino alla Champions League. Oggi, Marek è un giocatore normale, che di tanto in tanto accende la passione della gente con qualche giocata di fantasia. Ma è troppo poco per le ambizioni dell’ambiente, che vorrebbe competere con Juventus e Roma. A lui, come a Higuain, Callejon e Mertens, si chiedono gol pesanti, una maggiore inventiva nel gioco per rilanciare il progetto che ha già perso la sua parte più suggestiva, quella Champions League sfuggita dopo il preliminare con l’Athletic Bilbao.
Napoli per sempre Sul piano personale, sembra non avere dubbi, Hamsik: concluderà la carriera a Napoli, a meno che De Laurentiis non decida diversamente. Il contratto scadrà nel 2017, ma già dalla prossima stagione le parti potrebbero ritrovarsi per avviare la discussione sul prolungamento. Con la partenza di Paolo Cannavaro, il centrocampista della nazionale slovacca è diventato il capitano di questo Napoli, un impegno che lo responsabilizza anche sul piano caratteriale. Ed è in questo senso che si aspettano segnali di crescita.

La Gazzetta dello Sport

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