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Silenzio assordante di De Laurentiis: il presidente tace..

E in mezzo a tutto questo marasma, che fa Aurelio De Laurentiis? Tace. Il presidente del Napoli che ogni volta dà la sensazione di parlare senza mai meditare toni, virgole e sfumature decide che invece questo non è il momento di dire nulla. Un assordante silenzio che dura da un mese, da quando in volo da Bilbao mormorò tra i musi lunghi di tutti: «Tranquilli, vuol dire che faremo meglio in campionato» e ribadì il concetto cinque giorni dopo con quel «Fidatevi di noi» a Radio Kiss Kiss. Eppure di momenti in cui ribadire ufficialmente la fiducia per Benitez ne ha avuti. E tanti. Magari anche con uno stringato tweet dei suoi, che così tanto ha amato fino a qualche mese fa. L’impressione è che tutto risponda a una strategia ben precisa e che il suo silenzio assordante sulla vicenda tradisca, semmai, un certo imbarazzo. Aurelio De Laurentiis è serenamente arrabbiato. L’ossimoro fotografa lo stato d’animo di un presidente infastidito per i quattro punti in quattro partite, ma consapevole che il vero bivio stagionale arriverà dopo la gara con il Torino. Il suo silenzio rischia di essere allo stesso tempo lo scudo e la mannaia per Benitez. Il punto è che De Laurentiis con i suoi tecnici non ha mai agito d’istinto (solo tre esoneri in 10 anni) perché sa che con un licenziamento si rischia solo di peggiorare le cose. Eppure il numero uno azzurro, prima di prendere il volo per Los Angeles, ha esternato ai suoi fedelissimi che quello che non gli va giù è l’atteggiamento della squadra più che dell’allenatore. Che De Laurentiis continua ad adorare come il primo giorno a Londra, nel maggio del 2013. Ma d’altronde, adorava (e adora tutt’ora) anche Edy Reja. Ma a un certo punto comprese che doveva chiudere il rapporto con il tecnico friulano perché riteneva che avesse perso il controllo della squadra. Avanti con Benitez, nonostante tutto: è la parola d’ordine di De Laurentiis. Il tarlo che lo rode resta, comunque, ed è duro da mandar via: è la decisione giusta? Per ora è quella: non si cambia almeno fino al Torino. Poi si vedrà, sperando di non dover ricominciare a pensarci. Perché cacciare Benitez sarebbe per De Laurentiis una sofferenza enorme. E non solo sotto il profilo affettivo. Lo spagnolo pesa sul Napoli con uno stipendio da 350 mila euro al mese. De Laurentiis ha chiesto a Rafa di lavorare e concentrarsi per tornare in alto: da qui non si scappa, e Benitez non scappa. Perché poi alla fine, vedendolo da giorni impegnato più a difendersi che ad attaccare, si rischia di dimenticare un particolare: dà fastidio anche a lui ritrovarsi inghiottito da questo vortice, con il fiato di Spalletti e Mancini sul collo.

Il Mattino

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