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Inter, Mazzarri e un feeling con i tifosi mai sbocciato. Sul web monta la protesta

MILANO – Questo non è un articolo di analisi tecniche o tattiche, né entrerà nel merito di questioni strettamente calcistiche, né prefigura o anticipa chissà quali avvenimenti futuri. Semplicemente, qui si tenta di fotografare una situazione, uno stato d’animo generale, una tendenza. Ecco, appunto, di tendenze in generale si parla. E di quelle su twitter in particolare, che però poi dal web si riverberano sul mondo reale. Al dunque: domenica sera, poche ore dopo il disastro dell’Inter contro il Cagliari, l’hashtag #mazzarrivattene era entrato nella top five delle tendenze su twitter. Di fatto, il web ha registrato un profluvio di critiche, commenti sopra le righe, foto e video con al centro del mirino l’allenatore dell’Inter. C’è chi è arrivato addirittura a violare la pagina su Wikipedia che riguarda il tecnico, aggiungendo alla frase “attuale allenatore dell’Inter” il beffardo “ancora per poco”, fotografando anche la propria prodezza e pubblicandola, prima che lo scherzo venisse cassato. Ma c’è di tutto: prese in giro leggere e sorridenti (“#mazzarrivattene è in cima alla classifica di Twitter. Almeno lì c’è un primo posto”) ma anche randellate più energiche che sconfinano nelle offese personali, oppure c’è chi cita una famosa frase di Mourinho ai tempi di un suo litigio con Mazzarri (“Un asino non diventerà mai un cavallo di razza”) e chi si diletta in frizzi e lazzi, paragoni politici, nostalgie del passato per Mancini o Mourinho stesso.
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Le tendenze sul web, peraltro, non sono o non devono per forza essere la fotografia esatta della realtà. Ma in questo caso ci raccontano qualcosa di sicuramente vero, perché è un fatto innegabile che in poco più di un anno alla guida dell’Inter Mazzarri non sia riuscito a entrare in totale sintonia con i tifosi interisti. Molto è dipeso dalla stagione in chiaroscuro dello scorso anno, anche se alla fine Mazzarri riuscì a trascinare l’Inter al quinto posto. Altri motivi vanno cercati nel gioco non esattamente spumeggiante della squadra, che si accende solo a tratti, o nell’atteggiamento sempre un po’ troppo serio dell’allenatore, uno che di rado si lascia andare a slanci generosi, sempre concentrato com’è sul campo, sulla partita e sulle tensioni che ne derivano. Per alcuni conta molto, si dice, anche il derby perso, male e senza combattere, lo scorso maggio. Ma in definitiva il pubblico dell’Inter non è entrato in sintonia col tecnico, e la prova c’è in ogni partita a San Siro. Lo speaker legge le formazioni e la gente scandisce i nomi dei giocatori con i soliti boati, poi quando viene letto il nome di Mazzarri più di qualcuno, ossia ben più di qualche isolato contestatore, fischia. Così la lettura della formazione si conclude con quella sgradevole codina sonora, e tutti a chiedersi in tribuna: ma perché ce l’hanno così con Mazzarri?

Questione di feeling, evidentemente. Logico, dunque, che una sconfitta come quella contro il Cagliari (grave e inaccettabile, nella forma e nella sostanza: ricaccia indietro l’Inter di qualche anno luce dal punto di vista della credibilità) riaccenda le critiche sul tecnico. Che in queste ore vive forse il momento più difficile della sua avventura in nerazzurro: lo scorso anno c’erano tante giustificazioni per un cammino zoppicante, ma ora un po’ meno e anzi l’inizio di stagione era sembrato confortante, l’Inter pareva in risalita convincente, la critica era compatta nel considerarla terza forza potenziale della serie A. Ma perdere 4-1 in casa non si può, non si deve, e a maggior ragione contro l’ultima in classifica. Per questo Mazzarri finisce nella polvere, per questo il web lo vuole addirittura esonerare. Erick Thohir non è il web, è solo il presidente dell’Inter e dunque Mazzarri può stare tranquillo, per il momento. Appunto: per il momento. Inter

serie A
Protagonisti:
walter mazzarri
Fonte: Repubblica

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