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Zaccaria: “Napoli, le lacrime di Insigne inducono i tifosi a riflettere”

Mario Zaccaria, giornalista sportivo, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “Le lacrime di Lorenzo Insigne mi hanno profondamente colpito. Il pianto di Lorenzinho è stata la cosa più bella vista domenica sera al San Paolo. E’ stato un pianto liberatorio, ma non solo. E’ chiaro che i due gol falliti avevano messo il ragazzo di Frattamaggiore in una situazione psicologica piuttosto difficile. Che cosa sarebbe accaduto se il Napoli avesse perso? L’intero stadio se la sarebbe presa con Insigne il quale sarebbe diventato, ancora una volta, il capro espiatorio di tutti i problemi della squadra. Vorrei che i tifosi del Napoli andassero a rivedere la registrazione della gara con il Torino. Il mio desiderio sarebbe che alla visione della partita si dedicassero, in particolare, tutti coloro i quali hanno preso negli ultimi tempi l’abitudine di contestare Lorenzo e, addirittura, di fischiarlo. La sua prestazione di domenica sera è stata eccezionale e non soltanto per il gol del pareggio, decisivo per ribaltare il risultato e per il passaggio con il contagiri che ha permesso a Callejon di mandare alle spalle di Gillet il pallone del raddoppio. Insigne è stato infatti autore di una prestazione caratterizzata da una forza, da una resistenza e da una lucidità a dir poco eccezionali. Sono andato a pescare nell’archivio di Napoli Magazine ed ho ritrovato un mio commento del 20 novembre 2012 dedicato, per l’appunto, ad Insigne. Ne riporto ora uno stralcio. “Salvate il soldato Insigne. Per l’amor di Dio, salvatelo dalle chiacchiere, dai commenti malevoli ed a volte brutali, soprattutto salvatelo da chi vuole cambiargli i connotati, costringerlo a fare in campo cose che non sa, non vuole e non può fare. Se io fossi l’allenatore di Insigne gli direi in continuazione, in maniera martellante ed ossessiva, sottoponendolo ad un vero e proprio lavaggio del cervello: “Vai in campo e fai quello che ti senti di fare. Non pensare agli altri, pensa a te stesso. Se ritieni di dover essere egoista, non farti problemi. Se pensi di non dover passare il pallone, va bene così”. Esattamente il contrario di quanto il ragazzo si sente dire in continuazione non solo da Mazzarri, che è il suo allenatore e, dunque, l’unico titolato a parlare, ma anche da compagni di squadra, più o meno autorevoli, e finanche da commentatori dell’ultima ora, vero o presunti intenditori di calcio, soloni di vario genere, addetti ai lavori presuntuosi sfusi e a pacchetti…”. Mi sembra che il tempo si sia fermato. Sono passati due anni ed ancora stiamo qui a discutere di un giocatore che tutta Italia (e mezza Europa) ci invidiano. C’è ancora chi si prende la briga di contestarlo, senza considerare, peraltro, che Benitez lo fa giocare in un ruolo non suo. Insigne, per chi lo avesse dimenticato, è una seconda punta che, se occorre, (ma solo se occorre…) è in grado anche di dare una mano al centrocampo. Lo faceva con Zeman (sia nel Foggia che nel Pescara), lo faceva con Mazzarri, lo fa molto di più con Benitez. A causa della cronica inferiorità numerica del Napoli in mezzo al campo, dovuta al modulo 4-2-3-1, l’allenatore chiede (ed ottiene) ai due trequartisti esterni che seguano il loro diretto avversario fin nella propria aria di rigore. Insigne lo fa sempre con serietà, determinazione, abnegazione e spirito di sacrificio, senza mai dire una parola, senza contestare le decisioni dell’allenatore. E’ normale che, facendo il pendolo sulla fascia dal primo all’ultimo minuto, perda qualcosa in lucidità sotto porta e dunque, al momento della conclusione, possa essere impreciso. I tifosi devono rendersene conto. Fischiare un giocatore come Insigne è un’assurdità della quale ci dobbiamo liberare una volta e per tutte. La speranza è che la partita con il Torino e le lacrime di Lorenzo abbiamo finalmente fatto capire a tutti non solo quali siano le sue capacità tecniche, ma anche fino a che punto arrivi il suo grado di attaccamento alla maglia azzurra. Ma oggi in poi, mi raccomando, per lui solo applausi e cori di incitamento”.

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Tilde Schiavone

Sono una persona che riesce a star bene con se stessa solo se intorno a lei c' è armonia, questo è il motivo per cui cerco di risolvere i conflitti esistenti tra le persone che mi circondano;non amo i gioielli, specialmente quelli costosi, preferisco gli accessori di poco valore; non amo ricevere in regalo i fiori recisi: preferisco ammirarli nei giardini dove compiono il loro naturale ciclo vitale e non nei vasi dove hanno vita breve..Amo il blues,il canto del dolore, e il mio sogno è raggiungere un giorno quei luoghi che lo hanno visto nascere; Amo gli indiani d' america, la loro spiritualità e la loro cultura. non vivrei senza i dolci e la pizza. Sono campanilista, napolista, meridionalista ...maradonista. Adoro gli animali, ritengo che non siano loro le bestie e sono vegetariana. Non mi piace parlare, quel che sento preferisco scriverlo, so esprimermi meglio con una penna in mano anziché dinanzi a un microfono, amo inoltre il folclore della mia terra e cerco, attraverso l' Associazione Culturale Fonte Nova d cui sono Presidente, di preservarlo e diffonderlo ... e duclis in fundo AMO LA MIA NAPOLI, senza se e senza ma, ringrazio Dio perchè ha fatto sì che nelle mie vene scorresse il sangue del Sud!