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La Lega: «Stop tassa sicurezza». Malagò: «Il calcio rifletta»

La Serie A protesta ma senza alzare le barricate contro la nuova «tassa» sulle spese di sicurezza. Sa bene che lo spauracchio della stangata da 25 milioni è stato scongiurato, nonostante le minacce di Renzi. Il decreto legge al vaglio del Senato, dopo la fiducia incassata alla Camera, prevede un prelievo meno traumatico: tra l’1 e il 3% degli incassi da biglietteria, cioè tra i 2 e i 6 milioni circa per la A. Ma siccome la Lega ne fa anche una questione di principio, ecco che l’assemblea straordinaria partorisce una delibera che chiede la soppressione della tassa, adombrando dubbi di costituzionalità visto che obbliga le società al pagamento di un servizio «non opzionale ma previsto per legge nell’interesse della collettività e, come tale, in palese contrasto col principio di uguaglianza e l’obbligo generale di contribuzione alla spesa pubblica sanciti dagli articoli 3 e 53 della Costituzione».
Attacco Il presidente del Coni Giovanni Malagò condivide le lamentele di chi si è visto caricare improvvisamente di un’altra imposta, ma lancia frecciate velenose: «Una parte dell’opinione pubblica ritiene che certi oneri della collettività nei confronti delle partite di calcio non siano più accettabili. Il calcio dice che dà più di quello che costa, ma è in buona compagnia, perché in Italia c’è un’alta percentuale di cittadini che pagano di tasse più di quanto ricevono in servizi. Quel provvedimento riguarda tutte le manifestazioni sportive ma, alle partite di calcio, le forze dell’ordine sono in assetto da guerra, mentre per Italia-Inghilterra di rugby all’Olimpico c’erano 82.000 spettatori e neanche un poliziotto. Quindi il problema è dello Stato o del calcio?». E ancora: «Non so se ai tifosi della Roma verrà permessa la trasferta a Napoli l’1 novembre».
Difesa La Lega (che si riunirà il 20 del mese per i diritti esteri) elenca le cifre a supporto: un miliardo e 34 milioni versati dal calcio italiano in imposte dirette e indirette; gli oneri straordinari sostenuti negli ultimi anni dai club per tornelli, videosorveglianza, ecc.; l’impiego di 200mila steward tra Serie A, B e Lega Pro per un costo di circa 17 milioni di euro a stagione; una quota dei 38 milioni della Fondazione per la mutualità già destinata «al sostegno degli investimenti per la sicurezza». Il presidente Beretta dice: «Confidiamo che la nostra richiesta venga accolta». Le speranze, però, sono nulle. Il testo va convertito in legge entro il 21, altrimenti decade. E qualsiasi modifica al Senato imporrebbe un ritorno alla Camera, con conseguente dilatazione dei tempi.

La Gazzetta dello Sport

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