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Morte Ciro Esposito, il pm: “Gastone” sparò prima di essere aggredito

ROMA – Daniele De Santis, il militante neofascista ed ex ultrà romanista accusato dell’omicidio del giovane tifoso di Scampia Ciro Esposito, ferito mortalmente prima della finale di Coppa Napoli-Fiorentina, avrebbe sparato ai tifosi napoletani «prima di essere sopreffatto e ferito» dagli stessi. Lo sostiene la Procura di Roma che nell’incidente probatorio ha ricostruito così la dinamica dei fatti di Tor di Quinto, confutando la maxiperizia del Racis che collocava gli spari dopo l’aggressione subita da Daniele De Santis, detto “Gastone” – per la fortuna avuta (almeno sino ad oggi) con la Giustizia – una volta sopraffatto dai tifosi napoletani.

LA DINAMICA – Nella sostanza, quindi, i fatti si sarebbero svolti in questo modo: De Santis con altri quattro complici avrebbe assaltato gli autobus napoletani di passaggio a Tor di Quinto con fumogeni e bombe carta, da qui la reazione dei tifosi napoletani e quindi gli spari del De Santis, che è rimasto indietro rispetto ai complici. Ma De Santis avrebbe sparato appunto prima di essere sopraffatto dai tifosi. Nell’occasione avrebbe sparato sino all’inceppamento della pistola con matricola abrasa, ferendo, con Ciro Esposito, altri tre tifosi azzurri. Pistola che è stata poi raccolta e spostata ben due volte dai gestori del vicino Ciak Village, un locale per altro messo sotto sequestro dai carabinieri per abusivismo poche settimane prima. I complici di De Santis sono stati solo recentemente identificati dalla Digos capitolina, benché la Gazzetta dello Sport ne desse per imminenti i nomi già in maggio, dopo il “fattaccio” di Tor di Quinto. Messo a segno, si rileva, non da ultrà della Fiorentina, ma da un gruppo di militanti di estrema destra sedicenti ultrà romanisti che invece, secondo Il Tempo, avrebbero incitato De Santis a sparare.

LE TRACCE DI SANGUE – La ricostruzione della Procura è basata sulla scoperta del sangue di uno dei napoletani feriti, Alfonso Esposito, e dello stesso “Gastone” De Santis sulla pistola. I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio nel corso dell’incidente probatorio disposto dal gip Giacomo Ebner hanno confutato le conclusioni del Racis secondo le quali gli spari ci furono dopo l’aggressione, sostenendo che la presenza di sangue di Alfonso Esposito sulla canna dell’arma fa desumere che l’abbia afferrata quando era già stato ferito. Inoltre i pm ritengono che il sangue di De Santis trovato sul calcio della pistola sia fuoriuscito dalla sua fronte, probabilmente colpita con lo stesso calcio dell’arma. La ricostruzione degli inquirenti è basata tra l’altro sul fatto che sui guanti di De Santis ci sono ampi residui di polvere da sparo ma non tracce di sangue. De Santis si sarebbe disfatto dei guanti successivamente sfilandoseli velocemente e lanciandoli all’interno del Ciak Village. Un’ipotesi, questa che il Racis aveva invece escluso nella sua perizia.

SPARI A UN METRO DI DISTANZA – Daniele De Santis sparò i quattro colpi di pistola ad una distanza di circa un metro dai tifosi napoletani. È quanto emerge dalla perizia del Racis discussa oggi durante l’incidente probatorio. La ricostruzione è legata alla presenza di tracce di polvere da sparo sui tre tifosi azzurri raggiunti dai proiettili.

I DUBBI SULLE COLTELLATE – Quanto ad una chiazza di sangue di De Santis trovata sul luogo della sparatoria, che il Racis nella sua indagine ha collegato a ferite da arma da taglio riscontrate sul romanista a Viterbo e Regina Coeli ma non all’ospedale Gemelli, l’esperto sentito oggi dalle parti non ha escluso, incalzato dai pm, che possa essere riconducibile ad una profonda ferita riportata da “Gastone” ad una gamba.

SPUNTA UN SECONDO REFERTO DEL GEMELLI – Circa il complesso tema delle coltellate si è appreso che c’è anche un secondo referto medico del Policlinico Gemelli, che parla di quattro colpi di arma da taglio, attenzione, non all’addome o intercostali, ma sul gluteo sinistro, ferite non suturate. Quello dei referti medici è un vero balletto su sfondo giallo: il Gemelli in un primo referto non aveva visto alcuna coltellata sul corpo di De Santis. Successivamente nel carcere di Viterbo gli vengono refertate coltellate all’addome. Che erano state viste, si scopre poi, anche a Regina Coeli, sempre successivamente al primo soccorso del 3 maggio al Policlinico. Ed ecco ora un referto “secondo” del Gemelli che le coltellate le trova però sul gluteo sinistro. C’è un bel po’ di confusione, la prossima udienza dell’incidente probatorio si terrà il 21 ottobre prossimo e in quella occasione il gip Giacomo Ebner dovrà pronunciarsi su un supplemento di perizia chiesto dai difensori dei napoletani feriti.

PROCURA NON CREDE AL RACIS – In sostanza la Procura di Roma non condivide le ipotesi del Racis sulla dinamica della sparatoria culminata nella morte di Ciro Esposito e, nel confutarle, prospetta una dinamica alternativa a quella secondo la quale l’ex ultrà romanista Daniele De Santis avrebbe fatto fuoco su tre tifosi del Napoli dopo essere stato aggredito. Ma su un punto inquirenti ed esperti concordano: De Santis sparò i quattro colpi di pistola ad una distanza di circa un metro dai tifosi napoletani.

Fonte: Corrieredelmezzogiorno.it

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