Ciro Esposito: secondo i pm De Santis fece fuoco prima di essere aggredito

14 Ottobre 201414 Ottobre 2014 Angelo Gallo

La verità, tutta la verità, nient’altro che le verità: e centosessantré giorni dopo quella notte, la verità resta sospesa nell’aria insopportabile impregnata dal dolore e però emerge. La verità sulla morte di Ciro Esposito, a cinque mesi da quella follia, a quattro dall’ultimo respiro d’un ragazzo morto senza un perché è ora affidata alle tesi – discordanti – tra Procura di Roma e Racis: ma l’ultima parola, quella dei pm, rimette in discussione una perizia e il memoriale di Daniele De Santis e riscrive la dinamica, capovolta dall’incidente probatorio.

HA SPARATO. I fatti separati da qualsiasi opinione: i pm, Abamonte e Di Maio, hanno di fatto sgretolato la ricostruzione del Raggruppamento Carabinieri investigazioni scientifiche, secondo i quali «Gastone» avrebbe sparato dopo essere stato aggredito; ma la Procura ha altre convinzioni, sulla base delle proprie indagini e del ritrovamento di sangue di un tifoso partenopeo rimasto ferito, Alfonso Esposito, ma anche dello stesso De Santis. La storia s’è dunque capovolta, adesso, e l’ultra romanista viene accusato dagli inquirenti d’aver fatto fuoco sui tifosi napoletani prima di essere aggredito.

VERSIONE. E dunque siamo alle versioni discordanti tra i pm Eugenio Albamonte e Antonino de Maio e il Racis, ma siamo agli opposti, perché a Piazzale Clodio, a Roma, al termine dell’incidente probatorio dispostio dal gip -. Giacomo Ebner – emerge una indicazione ch’è nettamente in contrapposizione con quella precedente: i pubblici ministeri sostengono che De Santis si sia ferito con un colpo alla fronte ricevuto, assai probabilmente, con il calcio della pistola dalla quale aveva già sparato contro i sostenitori partenopei, ferendo Ciro Esposito. Gli inquirenti sono arrivati a questa conclusione dopo aver rinvenuto sui guanti di «Gastone» ampi residui di polvere da sparo, ma non sangue. Ma la teoria del Racis è differente, anzi esclude questa ipotesi. Unica analoga lettura di quella serata: De Santis sparò a un metro di distanza da Ciro Esposito.

LA LETTERA. Giovedì scorso, tra le pieghe d’una settimana ovviamente vibrante, con un interrogatorio nel quale De Santis ha manifestato di avvalersi della facoltà di non rispondere, emerge una sorta di memoriale sull’omicidio di Ciro Esposito: sono due pagine scritte in stampatello e consegnate ai magistrati, una ricostruzione spontanea di quella maledetta nottata dal 3 maggio che «Gastone» disegna così: «Sono disperato per la morte di Ciro, ma io non volevo uccidere. Voglio dire che alla fine i colpi li ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue, mi stavano ammazzando punto e basta. Sono uscito per chiudere il cancello dove vivo. Ho solo raccolto un fumogeno e l’ho tirato e a quel punto sono stato rincorso da trenta e forse più persone che mi hanno rotto una gamba, mi hanno preso a bastonate e a coltellate». Così parlò «Gastone», prima che i pm si esprimessero.

Corriere dello Sport

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