INTERVISTE

Insigne: “Il gruppo è unito e dobbiamo continuare a vincere. Un sogno? Capitano del Napoli”

Lorenzo Insigne guarda l’Inter e vede se stesso. Le origini, i sacrifici, le gioie: forse non tutti sanno che, da piccolo, il club nerazzurro lo scartò perché lo riteneva “bassino”, mentre tutti sanno che a scoprirlo e portarlo al Napoli fu Giuseppe Santoro, attuale team manager interista, e che a lanciarlo in serie A, nel 2010, fu Walter Mazzarri. Se dovesse ragionare secondo gratitudine, beh, Lorenzo neanche dovrebbe presentarsi a San Siro: il fatto, però, è che oggi è un giocatore importante e ambizioso, uno che ha fatto il Mondiale e pensa in grande: «Lo scudetto? Ci crediamo e ci proveremo fino alla fine».

IL GRUPPO. E allora, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, non c’è due senza il terzo (azzurro): dopo Hamsik e Callejon, in una settimana i fiduciosi sono saliti a quota tre. Risultato ottimo, considerando la crisi depressiva post Bilbao durata fino a una ventina di giorni fa: «Siamo stati bravi a non abbatterci in un periodo sfortunato. Un momento in cui pur creando occasioni, la palla non entrava». Parla di lei o del Napoli? «Segnare con il Torino è stata una liberazione, soprattutto dopo il palo e le parate di Gillet: sembrava una porta stregata, ma grazie ai miei compagni sono riuscito a sbloccarmi. Sì, loro mi hanno sempre dato affetto e fiducia». Tutti insieme appassionatamente: «Il gruppo è unito, compatto: è così che siamo venuti fuori dal momento difficile. Ora, però, bisogna dare continuità ai risultati».

SCUSA WALTER. Dice «ora», Insigne, e non così tanto per: «La ruota sta girando e domenica bisogna insistere: andremo a Milano per vincere». Nessuna pietà per Mazzarri, l’uomo che il 24 gennaio 2010 l’ha fatto esordire in serie A, a Livorno a 19 anni, e poi nel 2012 l’ha lanciato in prima squadra e verso la Nazionale. «Io non credo nella crisi nell’Inter, e direi piuttosto che anche loro stanno attraversando un momento di difficoltà. Hanno grandi campioni e un grande allenatore, li rispettiamo: conosciamo bene Mazzarri, starà caricando la squadra al massimo per questa partita». Nonostante tutto, però: «Noi siamo il Napoli e andremo a San Siro per vincere. Anche l’Inter deve rispettare noi». Anni fa con lui non andò proprio bene: «Feci un provino con i nerazzurri ma fui scartato: mi dissero che ero bravo ma un po’ bassino? Meglio così perché poi arrivò il Napoli».

SCALATA SCUDETTO. Patti chiari e amicizia ancora più lunga, allora: Insigne non fa sconti a nessuno e non ha voglia di rallentare ancora. Anche perché la Juve capoclasse è già lontana 8 punti e la Roma, seconda, marcia a +5: «Sì, però siamo appena alla sesta giornata di campionato, la strada è molto lunga: noi dobbiamo soltanto provarci fino alla fine, lavorare e lottare come stiamo facendo. Non ci siamo mai tirati indietro, non lo faremo certo ora».

DALE PIPITA. Musica per le orecchie di Rafa: «Benitez è un grande allenatore, mi sta facendo crescere anche in fase difensiva: darò sempre il massimo, finché ce la farò con le gambe e con il fiato. L’importare è stare tranquilli. E correre tutti insieme». De Laurentiis gradirà l’analisi: «La sua visita ci ha caricato: vogliamo ricambiare l’affetto regalandogli un’altra vittoria». Anche Higuain avrebbe bisogno di un altro regalo, tipo l’assist con il Toro, da sfruttare però meglio: «Lui è un grande campione, ha giocato nel Real! Il gol arriverà, nessun problema».

LA NAZIONALE. Prospettiva concreta, questa. Proprio come quella di un ritorno in Nazionale: dopo il Mondiale, ovvero da quando è Conte il ct, Insigne non è stato più convocato. «Lui fa le sue scelte, a me spetta soltanto il compito di dare tutto per il Napoli e di lavorare nel modo migliore per riuscire a convincerlo». Flash Europa League: «E’ meno importante della Champions, è vero, ma conquistarla sarebbe molto importante». Flash Supercoppa: «Le sfide con la Juve hanno sempre un sapore speciale». Come un certo sogno: «Diventare capitano del Napoli. Un giorno, però: per il momento c’è il grande Marek». Promosso.

Corriere dello Sport

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